L’Italia è tra i paesi europei con i valori più elevati di eccesso ponderale nella popolazione in età scolare: la percentuale di bambini in sovrappeso è del 20,4% e di bambini obesi del 9,4%, compresi i gravemente obesi che rappresentano il 2,4%, numeri inferiori solo a Cipro, Grecia e Spagna. Sono i dati relativi al 2019 elaborati da OKkio alla Salute, il sistema di sorveglianza nazionale coordinato dal Centro nazionale per la prevenzione delle malattie e promozione della salute (Cnapps) dell’Istituto superiore di sanità (Iss) che è stato di recente designato come centro di riferimento Oms sull’ obesità infantile.

E se gli effetti della curcumina dipendessero dalla sua interazione con il microbiota intestinale? Una domanda che frulla nella testa dei ricercatori da diverso tempo e che origina dall’apparente paradosso di una potente attività biologica e di una bassa biodisponibilità del derivato della Curcuma longa. Arrivando la sostanza praticamente integra nell’intestino, ecco che allora è nata l’ipotesi che la sua azione si possa compiere a questo livello, mediata dalla popolazione batterica intestinale.

Nei giorni scorsi, l’Istituto superiore di sanità (Iss) ha pubblicato un documento dal titolo “Integratori alimentari o farmaci? Regolamentazione e raccomandazioni per un uso consapevole in tempo di Covid-19” volto a fornire alcuni chiarimenti sul ruolo differente di integratori e farmaci e a suggerire il corretto impiego della supplementazione alla luce delle numerose informazioni circolate in questi mesi di pandemia. Di seguito, una sintesi del documento divisa in due parti: una prima, più generale, sul rapporto integratori e sistema immunitario; una seconda, più specifica, dedicata a Covid-19.

Il mercato degli integratori è in costante crescita e con esso il rischio di avere in commercio prodotti contraffatti, presentati come naturali, ma addizionati di sostanze non ammesse e/o principi attivi farmaceutici. In quest’ambito, di recente è stata effettuata una fotografia del fenomeno in Ue grazie al progetto Asklepios, finanziato da Europol (Eurpean police office) e che ha coinvolto 13 paesi europei (Belgio, Bulgaria, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Portogallo, Regno Unito, Romania, Slovenia, Spagna e Ungheria).

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