Legge di Bilancio: stop a Fondi per contrasto a disturbi alimentari

08 Gennaio 2024

Con l’ultima legge di bilancio, sono state cancellate le risorse stanziate nel biennio 2023-2024 per il Fondo per il contrasto dei disturbi alimentari. Si tratta di 25 milioni di euro che hanno contribuito, in questi anni, all’apertura di una rete nazionale di ambulatori nei quali migliaia di pazienti affetti da tali patologie hanno trovato cure e conforto.

Grazie al Fondo, sono stati assunti 780 professionisti per far fronte al più che raddoppiato numero dei casi diagnosticati di anoressia e bulimia tra i giovani nel periodo pandemico (nel 2019 erano 680.669 mentre nel 2023 sono arrivati a 1.680.456). Si tratta di una vera e propria emergenza sociale che richiederebbe più risorse: a ottobre, invece, tutta la rete di ambulatori che in questi anni si è presa cura dei malati e ha dato sostegno alle loro famiglie dovrà chiudere.

Attualmente in Italia esistono 126 strutture specializzate nella cura di tali disturbi, di cui 112 pubbliche e 14 private accreditate. Si tratta tuttavia di «una rete insufficiente anche a fronte dell’aumento dell’incidenza di questi disturbi dopo il Covid», ha sottolineato intervistata dal Corriere della Sera Laura Dalla Ragione, direttore Rete disturbi alimentari Usl 1 dell’Umbria.

La specialista ha pure evidenziato le grosse differenze nella presenza di strutture dedicate, tra una regione e l’altra: 63, ovvero la maggior parte di quelle attualmente attive, sono infatti concentrate al Nord, tra l'Emilia Romagna (20) e la Lombardia (15). Nel Centro ve ne sono soltanto 23, mentre tra Sud e Isole se ne contano complessivamente 40. Esistono poi i casi estremi del Molise, dove non ci sono proprio, e di Puglia, Sardegna, Abruzzo e Calabria che ne contano soltanto un paio.

Secondo i dati Rencam regionali (Registro nominativo cause di morte), di anoressia e bulimia cinque anni fa sono morte 2.178 persone, in quello appena finito i decessi sono stati 3.780. Età media: 25 anni.

A causa del mancato stanziamento di nuovi fondi, il prossimo 31 ottobre gli ambulatori saranno destinati a chiudere, perdendo la possibilità di intercettare nuovi casi e interrompendo di punto in bianco l'assistenza dei pazienti presi in carico.

“Siamo disperati, come è possibile che non si sia riusciti a dare continuità?”, domanda Giuseppe Rauso, presidente dell’Associazione nazionale disturbi del comportamento alimentare. “Non sappiamo come dirlo alle famiglie. Qui si parla della seconda causa di morte tra i giovani dopo gli incidenti stradali. Speriamo che qualche decreto legge possa restituirci la speranza”. (n.m.)

 

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