Disfagia, interventi nutrizionali secondo gli esperti Sinuc

09 Ottobre 2023

Colpisce un anziano ospedalizzato o in Rsa su due e il 13% della popolazione generale dopo i 65 anni di età. Per non parlare dei pazienti affetti da ictus e malattie neurologiche cronico-degenerative, come l'Alzheimer, il Parkinson, la demenza e la Sla, dove può comparire in percentuali comprese tra il 20 e l'80% dei casi. Si tratta della disfagia, una condizione clinica con elevato impatto sociale, sanitario ed economico, ma molto spesso sotto diagnosticata e sotto trattata, come denunciato dagli esperti della Società italiana di nutrizione clinica (Sinuc) riuniti a Congresso a Roma nei giorni scorsi.

“Date queste premesse, era centrale dedicare all’argomento una sessione della sesta edizione del nostro congresso nazionale”, afferma Maurizio Muscaritoli, presidente Sinuc. “Un’adeguata presa in carico e un corretto trattamento permettono non solo di diminuire la mortalità dei pazienti anziani, ma anche di migliorare la qualità di vita percepita”.

La difficoltà nel deglutire può causare stati d’animo negativi quali disagio, ansia, depressione e isolamento sociale e portare a malnutrizione, disidratazione e perdita di massa muscolare. Le complicanze, però, non si limitano a questo, perché una diminuzione della sicurezza della deglutizione nel garantire la chiusura delle vie respiratorie al passaggio di liquidi o solidi, con conseguente rischio di aspirazione tracheo-bronchiale, polmonite ab ingestis e morte evitabile.

La deglutizione del bolo alimentare è un atto involontario che avviene circa 150 volte nelle 24 ore, mentre la deglutizione della saliva si verifica ogni 30 secondi, durante la veglia e ogni minuto nel sonno: vale a dire circa 1.600-2.000 volte nelle 24 ore.

“È importante che il paziente o chi lo assiste, sia esso un familiare o un sanitario, ponga attenzione ad alcuni campanelli d’allarme, che indicano il probabile e il potenziale rischio di passaggio di piccole quantità̀ di alimenti nelle vie aeree” spiega Paolo Orlandoni, direttore Uosd Nutrizione clinica Irccs-Inrca di Ancona e membro del Direttivo Sinuc. “Per modificare la consistenza degli alimenti proposti e raggiungere la densità̀ più sicura per la deglutizione, si possono utilizzare additivi naturali e/o artificiali, come addensanti, diluenti e lubrificanti.  D’altro canto, anche le linee guida 2018 sulla nutrizione clinica e idratazione in geriatria ribadiscono che agli anziani a rischio o con malnutrizione e segni di disfagia dovrebbero essere proposti cibi a consistenza modificata. Così come sono candidati all'utilizzo di supplementi nutrizionali orali anziani con malattie croniche quando la consulenza nutrizionale e la fortificazione dei cibi non siano sufficienti a raggiungere gli obiettivi nutrizionali. Importante anche l'assistenza al momento dei pasti sia a casa che nelle strutture di ricovero e cura”.

Secondo Samir Sukkar, specialista in Gastroenterologia e membro del direttivo Sinuc “è necessario un approccio integrato alla nutrizione nella Rsa, in particolare nel disfagico. Alimentarsi non è un’operazione meccanica e medicalizzata, ma un’azione complessa, ricca di significati e di valori culturali, emotivi, psicologici, simbolici, sensoriali. Per questo è importante cercare soluzioni che permettano all’ospite Rsa di continuare a provare il piacere del cibo, soprattutto quando questo è l’unico piacere che ha. A questo obiettivo contribuiscono la varietà̀ dei menù, la ricerca di ricette tradizionali e tipiche, l’accentuazione dei colori e dei gusti, come caratteristiche che aiutano a rafforzare e mantenere l’interesse, l’attenzione, l’appetibilità̀ e il piacere di mangiare. Colore, composizione e varietà dei menu sono elementi che mantengono il senso del gusto”.

Questi, in chiusura, i campanelli d’allarme della disfagia da tenere d’occhio, secondo Sinuc:

  • Difficoltà a far partire la deglutizione.
  • Sensazioni di cibo fermo in bocca.
  • Prolungamento dei tempi di assunzione del pasto.
  • Il cibo sfugge dalla bocca.
  • È presente la necessità di raschiarsi spesso la gola.
  • È presente fuoriuscita di cibo dal naso.
  • Presenza di reflusso.
  • Comparsa di tosse involontaria dopo 2-3 minuti dalla deglutizione del bolo.
  • Aumento della salivazione e presenza di catarro.
  • Aumento della temperatura corporea.

 Nicola Miglino

 

 

 

Top
Questo sito utilizza i cookies, che consentono di ottimizzarne le prestazioni e di offrire una migliore esperienza all'utente. More details…