È un sottoprodotto del metabolismo del triptofano, frutto del lavoro dei nostri batteri intestinali, e ne sono ricche molte verdure, in particolare le crucifere. Parliamo dell’indolo, molecola che un recente studio pubblicato su Hepatology ha individuato come efficace strumento d’azione contro la steatosi epatica non alcolica (Nafld), patologia generalmente associata a sovrappeso e obesità, caratterizzata da un accumulo anomalo di trigliceridi nel fegato, legato per lo più a diete troppo ricche di grassi.

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