Le linee guida dietetiche internazionali raccomandano di limitare il consumo di carne rossa perché è stata ampiamente associata a aumento della mortalità per cancro, in particolare nei pazienti con patologie epatiche, come la steatosi epatica associata a disfunzione metabolica (Masld), oggi la principale causa di disfunzione epatica nel mondo e non è stato ancora stabilito alcun trattamento specifico oltre alla correzione dello stile di vita. Un recente studio, pubblicato su Nutrients, per la prima volta ha dimostrato che il consumo di circa 30 g/die di verdure in foglia riduce il rischio di mortalità nei pazienti colpiti da Masld. Ne parliamo con Rossella Donghia, Istituto nazionale di gastroenterologia, Irccs Saverio de Bellis, castellana Grotte (Ba), prima firma del lavoro.

L’utilizzo del licopene come integratore, da solo o in combinazione con altri alimenti, potrebbe presto rivelarsi una strategia utile per contrastare la steatosi epatica. A suggerirlo, i dati di uno studio osservazionale, da poco pubblicato su Nutrients, condotto da un gruppo di ricerca dell’Irccs Saverio de Bellis di Castellana Grotte (Ba). Ce ne parla Rossella Donghia, prima firma del lavoro.

L'angiogenesi rappresenta uno stadio chiave dell'infiammazione e della fibrosi in caso di epatopatie. contribuendo alla progressione e al rimodellamento della fibrosi stessa e aggravando il quadro cinico. Per far fronte a questa insidia, attualmente vengono utilizzati molti farmaci anti-angiogenici, principalmente inibitori della tirosin-chinasi e anticorpi monoclonali, spesso costosi o tossici, il che ne limita l'uso in molti casi.

La serina è un componente critico nei processi biologici volti a fornire intermedi per l'omeostasi redox, la biosintesi di nucleotidi e lipidi e la produzione di donatori di metile accoppiati al metabolismo del carbonio. È stato dimostrato che una sua carenza è associata a metabolismo e funzioni alterati, in particolare del sistema nervoso. Recentemente, se ne sta indagando, quindi, il suo ruolo come integratore alimentare per migliorare le anomalie neurologiche indotte dalla sua carenza. Sfortunatamente, nonostante numerosi lavori in vitro e in vivo, il numero di studi clinici che valutano questa opportunità è modesto.

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