Schizofrenia: probiotici e vitamina D sinergici nel contrasto al deficit cognitivo

15 Aprile 2024

La combinazione probiotici/Vitamina D si candida a strategia efficace nel migliorare la funzione cognitiva in soggetti con schizofrenia. Questo quanto sostenuto dai risultati di uno studio clinico pubblicati su Neuropsychopharmacology reports, nel quale 70 adulti affetti da schizofrenia sono stati randomizzati a ricevere, una volta al giorno per 12 settimane, un placebo o integratore probiotico/Vitamina D (Lactobacillus acidophilus, Lactobacillus rhamnosus, Lactobacillus reuteri, Lactobacillus paracasei, Bifidobacterium longum, Bacillus coagulans - 2 × 10- Cfu) e 400 Ui di vitamina D).

Due le scale utilizzate per misurare la funzione cognitiva: Positive and negative syndrome scale (Panss) e Montreal cognitive assessment (Moca). Un totale di 69 pazienti ha completato lo studio. Il punteggio MoCA è aumentato di 1,96 unità nel gruppo “integratori” rispetto al placebo. Inoltre, la percentuale di pazienti con punteggi MoCA pari o superiori a 26 (che indicano una funzione cognitiva normale) è aumentata significativamente nel gruppo di intervento. Le differenze tra i gruppi nei punteggi Panss non sono risultate significative. In aggiunta, nel gruppo attivo, si sono riscontrate diminuzioni di Proteina C-reattiva, c-Tot, c-Ldl, glicemia e triglceridi.

“Interventi sul microbiota intestinale da parte dei probiotici possono essere utili per alleviare le malattie gastrointestinali, migliorare il profilo lipidico e l’infiammazione e attenuare i sintomi psichiatrici nei pazienti schizofrenici”, commentano gli Autori. “I probiotici possono modificare l’equilibrio del microbiota intestinale e prevenire risposte immunitarie inappropriate agli agenti dannosi. La regolazione delle risposte infiammatorie è il meccanismo d'azione proposto per i probabili effetti terapeutici dei probiotici nella schizofrenia. Dal canto suo, anche la vitamina D può regolare i processi antinfiammatori. Nella patogenesi della schizofrenia, la carenza di vitamina D è un fattore importante. Pertanto, una sua correzione nei pazienti schizofrenici è cruciale, soprattutto in casi di grave deficit”.

Nicola Miglino

 

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