Questo quanto sostenuto in un paper appena pubblicato su Bmj nutrition, prevention & health, rivista open access del gruppo British medical journal, che si è interrogato sul ruolo che la cosiddetta immunonutrizione può giocare nell’infezione da Sars-CoV2, con un occhio rivolto agli over-65.
Secondo gli autori, le vitamine C e D, insieme allo zinco sono i nutrienti intorno ai quali ruotano le maggiori evidenze di correlazione con le funzioni del sistema immunitario.
“La vitamina C è stata purificata per la prima volta nei primi anni Trenta, e già da lì a poco ne è stato proposto l’impiego in corso di polmonite”, si sottolinea nel lavoro. “Si tratta di un nutriente in grado di supportare la funzione di barriera epiteliale contro i patogeni, le funzioni cellulari del sistema immunitario adattivo e innato e di proteggere dallo stress ossidativo causato dai processi infettivi. La vitamina D, dal canto suo, è riconosciuta come un potente immunomodulatore dal momento che suoi recettori sono presenti in diverse cellule del sistema immunitario, dai linfociti B e T, ai monociti, ai macrofagi mentre lo zinco è considerato un vero e proprio guardiano della funzione immunitaria, con un ruolo chiave su più fronti: regola i segnali intracellulari, potenzia la risposta infiammatoria, induce la risposta immunitaria cellulo-mediata, coadiuva l’azione di eliminazione dei patogeni da parte dei neutrofili”.
È una lotta contro il tempo quella che stanno conducendo gli scienziati per far fronte alla rapida diffusione della pandemia. Una strategia ponte, in attesa di un vaccino o di farmaci antivirali specifici, potrebbe essere, dunque, quella di puntare al rafforzamento della funzione immunitaria con la dieta, in particolare negli over 65, già affetti spesso da malattie croniche e perciò più fragili e immunocompromessi.
Come fare? Diversi i suggerimenti. Innanzitutto, favorire interventi di salute pubblica che sensibilizzino sui benefici di una corretta nutrizione sul sistema immunitario. Promuovere, poi, in particolare tra gli anziani, l’assunzione di 10 µg/die di vitamina D, il consumo di alimenti ricchi di vitamina C (broccoli, cereali fortificati per colazione, arance) e zinco (crostacei, fagioli, uova sode). In caso di polmonite o malattie respiratorie, considerare sempre una supplementazione di vitamina C, D e zinco in concomitanza alle terapie standard. Per quanto riguarda i dosaggi, mai superare 50 µg/die per la vitamina D, 25 mg/die per lo zinco e 1 g/die per la vitamina C: qualsiasi dosaggio superiore a quelli raccomandati va attentamente suggerito e monitorato con supporto clinico.
“È necessaria ancora molta ricerca in corso nel campo dell'immunonutrizione. L’auspicio è che si investano sempre più risorse per studiare i rapporti tra nutrizione e sistema immunitario, in particolare negli anziani e in corso di infezioni respiratorie virali. Da indagare a fondo, soprattutto, i dosaggi, la durata dei trattamenti e le migliori combinazioni d’uso possibili. Ciò detto, si tratta comunque di una strada che si prospetta promettente e anche molto vantaggiosa, in relazione al costo relativamente basso degli integratori di vitamina D, C e zinco”.
Nicola Miglino