Già uno studio del 1996 aveva dimostrato che il livello sierico di fillochinone, la forma dietetica più abbondante della vitamina K, piuttosto che la carbossilazione dell’osteocalcina, era significativamente più basso nei pazienti anziani con frattura del collo del femore e nell’osteoartrite rispetto al controllo sano, suggerendo che la vitamina K fosse un potenziale marker di salute scheletrica.