La coltivazione della canapa è stata praticata in Italia in modo intensivo e capillare fino agli anni Cinquanta. Ancora nel 1940, la coltivazione interessava 90 mila ettari di terreno agricolo, un’estensione superiore all’attuale superficie mondiale dedicata alla coltivazione legale della pianta. La canapa italiana era considerata la migliore disponibile sul mercato, superiore a quella della Russia, l’unico paese che la precedeva in termini di volumi di produzione. Dopo decenni di declino, dovuti principalmente all’avvento delle fibre sintetiche, recentemente la canapa industriale è tornata a essere coltivata sia per la produzione di seme a uso alimentare (olio e farina) o animale, che per la produzione di fibra. Questa filiera è in continua crescita e costituisce una potenziale fonte di biomassa utilizzabile per la produzione di cannabidiolo (Cbd) farmaceutico.

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