Il termine definisce aumento nell’organismo di molecole contenenti gruppi carbonilici molto reattivi, derivanti, soprattutto, dal metabolismo di zuccheri e lipidi. Il rischio correlato è l’infiammazione metabolica cronica, innescata dall’accumulo di proteine e Dna modificati irreversibilmente dagli stessi carbonili. Parliamo del cosiddetto stress carbonilico, oggetto di una review di recente pubblicata su Nutrients. Ne abbiamo parlato con Stefano Menini, docente di Nutrizione umana presso il dipartimento di Medicina clinica e molecolare dell’Università La Sapienza di Roma e coordinatore dell’analisi.
Una dieta ad alto contenuto di fruttosio può compromettere la capacità del fegato di metabolizzare i grassi. Un effetto specifico per questo zucchero semplice laddove, invece, il glucosio mostra capacità opposte. Questo spiegherebbe perché una dieta ricca di fruttosio abbia un impatto sulla salute peggiore rispetto al glucosio, a parità di contenuto calorico. Sono questi i risultati di uno studio finanziato dagli Nih (National institutes of health), condotto da ricercatori del Joslin Diabetes Center di Boston e pubblicato su Cell metabolism.