Il consumo di olio d'oliva si correla a un’importante riduzione della mortalità non solo per le malattie cardiovascolari, ma anche per i tumori. Questi i risultati di uno studio condotto dalla Piattaforma congiunta Fondazione Umberto Veronesi- Irccs Neuromed di Pozzilli (Is), in collaborazione con la Clinica mediterranea Cardiocentro di Napoli e l'Università Lum "Giuseppe Degennaro" di Casamassima (Ba). La ricerca, pubblicata sull’European journal of clinical nutrition, ha analizzato i dati di quasi 23 mila adulti italiani, uomini e donne, partecipanti allo studio epidemiologico Moli-sani, seguiti per oltre 12 anni.  Per tutti loro erano disponibili dettagliate informazioni sui consumi alimentari.

Da tempo i ricercatori si interrogano sui rischi di sovradosaggio del selenio, correlati in particolare alla comparsa di diabete di tipo 2. Un contributo importante giunge da un’analisi dello studio Molisani che da tempo tiene monitorata un’ampia coorte di popolazione nella regione Molise. Una ricerca che contribuisce ad ampliare le evidenze scientifiche per una definizione sempre più adeguata e aggiornata delle dosi sicure di assunzione di selenio.

Ne abbiamo parlato con Marco Vinceti, docente di Igiene, Sanità pubblica ed Epidemiologia all’Università di Modena e Reggio Emilia e professore aggiunto presso il dipartimento di Epidemiologia alla scuola di Sanità pubblica dell’Università di Boston, nonché prima firma dello studio pubblicato su Nutrition, metabolism & cardiovascular diseases.

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