Almeno il 5% dei pazienti guariti dal Covid-19 continua a mostrare, a distanza di tempo, alterazione di gusto e olfatto. Qualcosa come 27 milioni di persone nel mondo, considerato che sono circa 550 milioni i casi ufficialmente confermati a oggi. A fornire questi numeri, una ricerca pubblicata sul British medical journal che ha preso in esame i dati di 18 studi osservazionali che hanno indagato il fenomeno dell’ageusia e dell’anosmia su quasi 4 mila pazienti Covid guariti.
Uno studio condotto dall’Irccs “Burlo Garofolo” di Trieste ha mostrato una ridotta capacità di riconoscere gusti e odori da parte di pazienti affetti da diabete di tipo 2 rispetto alla popolazione sana. I risultati della ricerca, condotta su 94 pazienti con diabete di tipo 2 e 244 controlli sani, sono stati pubblicati su Nutrition, metabolism & cardiovascular diseases.
Anosmia e ageusia. Ovvero: mancanza di olfatto e di gusto. Sono due dei sintomi tipici di Covid-19. Talvolta gli unici che compaiono, per poi scomparire improvvisamente. Segnali d’allarme, dunque, cui prestare molta attenzione, soprattutto nei quadri clinici più complicati giacché possono compromettere la nutrizione influendo così sulla prognosi della malattia. Si tratta di uno degli aspetti che vengono presi in carico dall’Irccs Ospedale San Raffaele di Milano che ha attivato un reparto di 28 letti dedicato interamente alla riabilitazione motoria, respiratoria e neurologica dei pazienti Covid-positivi che, a causa della lunga degenza e degli effetti della malattia, non sono più autosufficienti e necessitano di essere riabilitati prima della dimissione.