Uno studio da poco pubblicato su Jama Cardiology ha messo in evidenza come nel mercato statunitense siano presenti molti integratori a base di olio di pesce con informazioni in etichetta che non sarebbero corrette. In particolare, si sottolinea, nella maggior parte dei casi si riportano affermazioni relative a benefici su più distretti dell’organismo, nonostante la mancanza di dati sperimentali a supporto. Inoltre, si segnala una significativa eterogeneità nella dose giornaliera di Epa+Dha suggerita, con conseguente potenziale variabilità nella sicurezza e nell’efficacia tra i diversi prodotti.

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Occhio agli effetti del surriscaldamento planetario: si rischia di perdere il 25% delle fonti di Omega-3 provenienti dal placton degli oceani. L’allarme giunge dalle colonne di Science, dopo la pubblicazione di un’analisi condotta da uno dei più importanti centri di ricerca oceanografica del mondo, il Woods hole oceanographic institution.

I risultati degli studi randomizzati e controllati disponibili in letteratura fino a oggi tesi a valutare l’effetto dell’integrazione con acidi grassi polinsaturi n-3 (Pufa) sulla massa muscolare sono incoerenti, ma con razionali di grande interesse.

È un piccolo crostaceo dell'Oceano Antartico che svolge un ruolo chiave nell'ecosistema marino, fungendo da nutrimento per la maggior parte dei pesci. Parliamo del Krill, o Euphausia superba, in questi ultimi anni finito sotto la lente di ingrandimento dei ricercatori per un suo possibile utilizzo come integratore nutrizionale, sottoforma di olio ad alta concentrazione di Epa (Acido eicosapentaenoico) e Dha (Acido docosaesaenoico).

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