Prove sempre più numerose provenienti da studi preclinici e clinici dimostrano il beneficio delle fibre alimentari in caso di malattie infiammatorie intestinali (Ibd). Tuttavia, la maggior parte dei pazienti ne evita o limita il consumo per gestire i sintomi durante le fasi attiva e di remissione. Una recente review, pubblicata su Nutrients, ha preso in esame l’impatto del consumo di fibre alimentari nelle Ibd, fornendo utili indicazioni per la pratia clinica e per future ricerche.
Ha preso il via lo scorso 18 gennaio Ibd cooking channel, la prima webserie di cucina per persone con malattie infiammatorie croniche intestinali (Mici), realizzata da Takeda Italia in collaborazione con Gambero Rosso, con il patrocinio dell’associazione pazienti Amici Italia e della società scientifica Ig-Ibd (Gruppo italiano per lo studio delle malattie infiammatorie croniche intestinali).
In collaborazione con Pharmanutra
Molte malattie gastrointestinali sono causa di carenza di ferro (sideropenia), che se non corretta può facilmente portare ad anemia da carenza di ferro. L’epidemiologia della carenza di ferro in gastroenterologia si riscontra nel 10-15% dei soggetti affetti da celiachia, questa percentuale sale al 50% dei soggetti sottoposti a chirurgia bariatrica, mentre la sideropenia si riscontra in un range ampio (36-76%) nei soggetti con malattie infiammatorie intestinali (IBD).
L’alimentazione dei pazienti affetti da malattia di Crohn e colite ulcerosa è stato il tema al centro di un recente incontro promosso a Bologna da Amici (Associazione per le malattie infiammatorie croniche dell’intestino). Tra le comunicazioni più rilevanti, l'incidenza delle Mici bambini raddoppiata nell'ultimo triennio, la nutrizione enterale esclusiva in grado di portare alla remissione dei sintomi della malattia di Crohn nell’80% dei casi e un nuovo filone di ricerca che riguarda le diete.