Negli ultimi anni sono diversi i lavori che si sono concentrati nel definire il ruolo del coenzima Q10 (CoQ10) in ambito sportivo, mettendone in luce benefici negli indicatori di prestazione e nel recupero negli atleti di diverse discipline. Ricerche recenti hanno indicato che sono necessarie dosi di 200-300 mg/die per riconoscere gli effetti preventivi del danno ossidativo negli atleti. La forma ridotta di CoQ10, l'ubichinolo-10, risulta la più biodisponibile rispetto a quella ossidata. 

Il coenzima Q10 (CoQ10) è un chinone endogeno lipofilo che svolge un ruolo fondamentale nella bioenergetica mitocondriale. Nella sua forma ridotta, cioè l’ubichinolo, esercita un’importante attività antiossidante nel compartimento vascolare, prevenendo l’ossidazione delle LDL. Sebbene l’effetto dell’integrazione di CoQ10 sui livelli di lipidi e lipoproteine ​​​​sia quantitativamente piccolo, studi clinici, metanalisi e revisioni sistematiche, hanno supportato gli effetti benefici in più tipi di pazienti e per diversi rischi cardiovascolari.

È fisiologico, con il passare degli anni, che il CoQ10 e, quindi, l'ubiquinolo, (la forma di CoQ10 più abbondante nel nostro organismo), diminuiscano, con conseguente riduzione della produzione di energia e della capacità di protezione antiossidante, con comparsa di diverse manifestazioni dell’invecchiamento, in particolare malattie cardiovascolari, malattie renali, malattia polmonare cronica ostruttiva, steatosi epatica e malattie neurodegenerative.

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