Il consumo di olio d'oliva si correla a un’importante riduzione della mortalità non solo per le malattie cardiovascolari, ma anche per i tumori. Questi i risultati di uno studio condotto dalla Piattaforma congiunta Fondazione Umberto Veronesi- Irccs Neuromed di Pozzilli (Is), in collaborazione con la Clinica mediterranea Cardiocentro di Napoli e l'Università Lum "Giuseppe Degennaro" di Casamassima (Ba). La ricerca, pubblicata sull’European journal of clinical nutrition, ha analizzato i dati di quasi 23 mila adulti italiani, uomini e donne, partecipanti allo studio epidemiologico Moli-sani, seguiti per oltre 12 anni. Per tutti loro erano disponibili dettagliate informazioni sui consumi alimentari.
L'uso di terapie erboristiche, piante medicinali e loro derivati per il trattamento e la gestione dell'ipertensione è una pratica molto diffusa, benché la letteratura in questo campo evidenzi la mancanza di standardizzazione a livello di metodi di studio sperimentale, nonché la necessità di valutare molecole purificate.
Il tema di quale sistema di etichettatura degli alimenti adottare in Ue continua ad alimentare il dibattito tra addetti ai lavori. Un ulteriore contributo arriva da una tavola rotonda promossa dall’Istituto nutrizionale Carapelli a Milano, nel corso del recente congresso Spazio Nutrizione, durante la quale sono state messe in evidenza le criticità nutrizionali e scientifiche del Nutriscore rispetto all’obiettivo prefissato a livello europeo di prevenzione dell’obesità e delle patologie a essa correlate.
Tra i grassi alimentari utilizzati normalmente per cucinare o come condimento, l’olio d’oliva extravergine si conferma il migliore in termini di effetti su rigidità arteriosa e profilo lipidico. Questi i risultati di un’analisi condotta da un gruppo di lavoro dell’Università di Bologna e pubblicata su Nutrients.
Ne abbiamo parlato con Arrigo Cicero, del dipartimento di Scienze mediche e chirurgiche all’Ospedale Sant’Orsola Malpighi di Bologna, tra gli Autori della ricerca.