Livelli insufficienti di magnesio nel sangue favoriscono l’induzione di danni al Dna, con tutti i potenziali rischi del caso. A evidenziarlo, per la prima volta, un gruppo di ricercatori australiani, con uno studio pubblicato di recente sull'European journal of nutrition.

Alice Italia Odv, Associazione per la Lotta all’ictus cerebrale, punta i fari contro rischi cardio e cerebrovascolari dell’iperomocisteinemia. In una nota, si sottolinea, infatti, come l’omocisteina, aminoacido presente in piccole quantità nell’organismo, nelle persone sane, si trasformi grazie all’acido folico e alle vitamine B6 e B12. Può succedere, però, che in caso di particolari patologie, di mutazione del gene Mthfr o di diete sbilanciate si verifichi un incremento dei valori plasmatici.

L'integrazione vitaminica non migliora gli esiti cardiovascolari clinici nella popolazione generale. Questa la conclusione a cui si giunge analizzando i tanti studi di livello presenti in letteratura. I primi dati sull’argomento, che non erano frutto di studi clinici randomizzati, avevano trovato forti correlazioni tra miglioramento della salute e integrazione vitaminica e/o livelli sierici delle diverse vitamine. Correlazioni non limitate solo alla valutazione di specifici marcatori come la diminuzione della pressione sanguigna o il miglioramento dei profili lipidici.

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