Isolamento sociale nemico di una corretta alimentazione in età avanzata. Questa la conclusione di uno studio condotto da ricercatori dell’University College di Londra, in corso di pubblicazione sulla rivista Age and Ageing.

Livelli insufficienti di magnesio nel sangue favoriscono l’induzione di danni al Dna, con tutti i potenziali rischi del caso. A evidenziarlo, per la prima volta, un gruppo di ricercatori australiani, con uno studio pubblicato di recente sull'European journal of nutrition.

Nelle cellule endoteliali, bassi livelli di magnesio (Mg) promuovono l'acquisizione di un fenotipo pro-infiammatorio e pro-aterogeno, attraverso molteplici meccanismi che influenzano la fisiologia endoteliale. Ulteriore conferma, da un recente lavoro pubblicato su Nutrients, sotto il coordinamento di Jeanette A. Maier, del dipartimento di Scienze biomediche e cliniche dell’Università di Milano.

Il magnesio, quarto catione più abbondante nell’organismo, è coinvolto in numerosi processi fisiologici, biochimici e cellulari essenziali che regolano la funzione cardiovascolare. Svolge un ruolo fondamentale nella modulazione del tono della muscolatura liscia vascolare, della funzione delle cellule endoteliali e dell'eccitabilità del miocardio ed è quindi centrale nella patogenesi di numerosi disturbi cardiovascolari. Dati osservazionali hanno mostrato un’associazione tra basse concentrazioni sieriche e aumento dell’aterosclerosi, della malattia coronarica, delle aritmie e dell’insufficienza cardiaca. Tuttavia, importanti studi sull’integrazione con magnesio hanno riportato benefici inconsistenti o incoerenti.

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