Isolamento sociale nemico di una corretta alimentazione in età avanzata. Questa la conclusione di uno studio condotto da ricercatori dell’University College di Londra, in corso di pubblicazione sulla rivista Age and Ageing.

L’integrazione post-menopausa a lungo termine con calcio e vitamina D si correla a una riduzione della mortalità per cancro e a un aumento di quella per malattie cardiovascolari, senza alcun effetto, invece, sulla mortalità per tutte le altre cause. Questi i risultati dell’analisi a 20 anni del Women’s Health Initiative CaD trial, che per 7 anni aveva monitorato l’effetto di calcio (1.000 mg/die) e vitamina D (400 UI/Die) sulla salute femminile in donne in menopausa.

 

Occhio alla supplementazione con calcio in soggetti cardiopatici, soprattutto tra coloro che presentano forme più o meno gravi di stenosi della valvola aortica. L’avvertenza giunge da uno studio pubblicato su Heart, rivista del gruppo Bmj (British medical journal), che ha voluto puntare i fari su un aspetto ancora non chiarito dalla ricerca scientifica, ovvero quanto l’impiego di integratori a base di calcio e vitamina D possa mettere a rischio la salute cardiovascolare nella popolazione anziana, tra quelle che, per prevenire o rallentare la perdita di massa ossea, ne fa più uso.

Valutare il miglior approccio nutrizionale per rallentare la perdita di massa ossea e quindi prevenire l’insorgenza di osteopenia oppure osteoporosi, attraverso la revisione delle evidenze scientifiche presenti in letteratura. Questo l’obiettivo di una review pubblicata di recente su Nutrients e condotta sotto il coordinamento di Mariangela Rondanelli, docente di Scienze e Tecniche Dietetiche all’ Università di Pavia.

Pagina 1 di 2
Top
Questo sito utilizza i cookies, che consentono di ottimizzarne le prestazioni e di offrire una migliore esperienza all'utente. More details…