Stenosi aortica: rischi dall’integrazione con calcio

11 Maggio 2022

 

Occhio alla supplementazione con calcio in soggetti cardiopatici, soprattutto tra coloro che presentano forme più o meno gravi di stenosi della valvola aortica. L’avvertenza giunge da uno studio pubblicato su Heart, rivista del gruppo Bmj (British medical journal), che ha voluto puntare i fari su un aspetto ancora non chiarito dalla ricerca scientifica, ovvero quanto l’impiego di integratori a base di calcio e vitamina D possa mettere a rischio la salute cardiovascolare nella popolazione anziana, tra quelle che, per prevenire o rallentare la perdita di massa ossea, ne fa più uso.

La stenosi aortica, ricordiamolo, è una riduzione della capacità di apertura della valvola aortica e rappresenta un'ostruzione alla fisiologica fuoriuscita del sangue tra il ventricolo sinistro e l'aorta nel corso della sistole, ossia durante la contrazione del cuore. L'unico trattamento efficace è la sostituzione della valvola difettosa, una procedura nota come Avr (sostituzione valvolare aortica).

Lo studio ha preso in esame i dati, presi dal Cleveland clinic echocardiography database, di 2.657 pazienti affetti da stenosi aortica da lieve a moderata (età media, 74 anni; 42% donne) monitorati per un periodo medio di 5,5 anni.

I partecipanti sono stati suddivisi in tre gruppi: quelli che non assumevano integratori (1.292; 49%), quelli integrati con sola vitamina D (332; 12%) e quelli che assumevano integratori di calcio con o senza vitamina D (1.033; 39%).

Tra chi prendeva integratori, vi era maggiore incidenza di diabete, malattia coronarica e renale, nonché consumo di farmaci quali statine, anticoagulanti, chelanti del fosforo.

I risultati

Durante il periodo di osservazione si sono verificati 540 decessi (20,5%): 150 per malattie cardiovascolari; 155 per altre cause; e 235 per cause sconosciute. A 774 (29%) pazienti è stata sostituita la valvola aortica e più di un terzo delle persone in ciascun gruppo ha sviluppato una grave stenosi aortica dopo 5 anni.

La supplementazione di sola vitamina D non ha inciso sulla sopravvivenza, ma la combinazione calcio/vitamina D è risultata associata a un rischio significativamente più alto (31%) di morte per qualsiasi causa, a un rischio doppio di morte cardiovascolare e del 48% in più di subire un intervento di sostituzione valvolare.

La sola supplementazione di calcio è risultata associata a un aumentato rischio di morte per qualsiasi causa (24%) e a un rischio triplo di Avr. La stessa mortalità per qualsiasi causa e per malattie cardiovascolari si è rivelata più alta tra chi assumeva integratori di calcio anche senza necessità di Avr.

“Siamo consapevoli trattarsi di uno studio osservazionale, per cui non è possibile stabilire relazioni causa-effetto, così come del fatto che le condizioni di salute di chi assumeva integratori determinavano la presenza di maggiori fattori di rischio per malattie cardiache e morte”, commentano gli Autor. “Però l'ampia dimensione del campione e il lungo periodo di follow-up, ci confortano nel concludere che l'integrazione di calcio non conferisce alcun beneficio cardiovascolare mentre può aumentare il rischio di peggioramento della stenosi, di necessità di intervento e di morte”.

Così, in un editoriale di commento, Jutta Bergler-Klein, dell'Università di Medicina di Vienna: “Miliardi di dollari vengono spesi ogni anno in integratori vitaminici e minerali per le persone anziane, nella convinzione che questi apportino benefici per la salute. Sarà necessario un ripensamento, per lo meno quando si tratta di integratori di calcio da somministrare a persone con malattie cardiache. Il presente studio aggiungere un’evidenza rilevante al fatto che, in pazienti con stenosi aortica o ad alto rischio, la supplementazione di calcio a lungo termine dovrebbe essere evitata, se non ritenuta assolutamente necessaria”.

Nicola Miglino

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