Ora, ricercatori dell’Università dell’Arizona hanno condotto un’analisi post-hoc di follow-up per valutare i risultati di salute a lungo termine. L’obiettivo era verificare l'incidenza di cancro, mortalità specifica per malattia e per tutte le cause, incidenza di malattie cardiovascolari e frattura dell'anca.
Chi aveva assunto integratori di calcio e vitamina d aveva un rischio ridotto del 7% di morire di cancro nell’arco di circa 22 anni, rispetto a coloro che avevano ricevuto placebo. Tuttavia, si è evidenziato anche un rischio maggiore del 6% di morte per malattie cardiovascolari in chi aveva assunto integratori. Nessun effetto dell’integrazione su altre misure, inclusa la mortalità per tutte le cause.
Il rischio di cancro totale era ridotto addirittura dell’11 per cento in chi non aveva assunto calcio e vitamina D prima dell’inizio dello studio, con punte del 31 per cento per il colon retto e del 19 per la mammella.
“La riduzione del 7% della mortalità per cancro è un valore clinicamente significativo, coerente con i risultati di altri studi in quest’ambito”, sottolineano gli Autori. “Tra le possibili spiegazioni, un ruolo esercitato su invasività del tumore e angiogenesi, sugli acidi biliari, sul metabolismo degli acidi grassi, e sull’espressione della proteina C chinasi, insieme alla regolazione di p21, gene soppressore del tumore, e alla modulazione dei processi proinfiammatori. Sul fronte del rischio cardiovascolare, l’aumento potrebbe essere correlato alla calcificazione coronarica indotta dalla supplementazione”.
Nicola Miglino