La ricerca è consistita in un’analisi esplorativa post hoc di un Rct in doppio cieco precedentemente condotto presso l'American university of Beirut medical center, lo St. Joseph University Hospital e il Rafic Hariri Governmental University Hospital, in cui un totale di 221 anziani sovrappeso ha ricevuto una dose di calcio e vitamina D3 orale, pari a 600 UI/die o 3.750 UI/giorno.
Nell’arco di un anno, la supplementazione ha ridotto sia la pressione sistolica che quella diastolica. Confrontando i due gruppi, si è visto che dosi più elevate di vitamina D non fornivano ulteriori benefici per e che chi traeva maggiori benefici erano le persone obese e quelle con bassi livelli iniziali di vitamina D.
“La carenza di vitamina D è comune in tutto il mondo ed è stata associata a malattie cardiache, immunologiche, infezioni e cancro”, commentano gli Autori. “Gli studi finora disponibili, hanno messo in correlazione la carenza di vitamina D con un rischio più elevato di ipertensione, ma le prove dell'effetto benefico di una supplementazione non sono conclusive. Il nostro studio fornisce evidenze di come l'integrazione sia in grado di abbassare la pressione sanguigna in sottogruppi specifici come le persone anziane, obese e con bassi livelli di vitamina D. Dosi elevate di vitamina D, rispetto a quella giornaliera normalmente raccomandata, non aggiungono vantaggi supplementari”. (n.m.)