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Micronutrienti: anziani a rischio con isolamento sociale

02 Dicembre 2024

Isolamento sociale nemico di una corretta alimentazione in età avanzata. Questa la conclusione di uno studio condotto da ricercatori dell’University College di Londra, in corso di pubblicazione sulla rivista Age and Ageing.

Si tratta di un’analisi dei dati riferiti a 3.713 persone del Regno Unito di età pari o superiore a 50 anni, che hanno compilato un questionario dettagliato su cosa avevano mangiato e bevuto in due giorni separati.  Gli intervistati sono stati valutati in base al loro livello di isolamento sociale, al fatto che vivessero da soli, alla frequenza con cui vedevano amici e parenti fuori casa e alla loro partecipazione a club o organizzazioni.

I ricercatori hanno scoperto che le persone più isolate socialmente avevano maggiori probabilità di assumere meno di quanto raccomandato di cinque micronutrienti essenziali per la salute: magnesio, potassio, vitamina C, folato e vitamina B6.

Parliamo di micronutrienti presenti solitamente in piccole quantità nella frutta, nella verdura, nei legumi e nel pesce, il che suggerisce una dieta carente di queste fonti alimentari.

Nel complesso, i ricercatori hanno scoperto che un numero impressionante di intervistati aveva un apporto di vitamine e minerali inferiore a quello raccomandato. Per esempio, metà degli intervistati aveva un basso apporto di potassio, un terzo aveva un basso apporto di magnesio, un quarto non assumeva abbastanza calcio e un sesto non consumava abbastanza ferro.

Magnesio e potassio, come noto, sono importanti per la salute delle ossa, mentre la mancanza delle vitamine del gruppo B, folato e B6, è collegata a un rischio maggiore di malattie cardiovascolari e declino cognitivo. La vitamina C, dal canto suo, ha molteplici ruoli nel favorire la salute, tra cui il mantenimento di ossa, cellule e pelle sane.

L'isolamento sociale non è stato associato a maggiore rischio di carenza di calcio, ferro e vitamina B12, micronutrienti derivati ​​in gran parte da carne, uova e latticini. Secondo i ricercatori, ciò suggerisce che le persone meno coinvolte a livello sociale potrebbero avere maggiori probabilità di avere una dieta più tradizionale, con meno verdure, frutta, noci, semi e legumi.

La solitudine, a differenza dell'isolamento sociale, non sembra invece collegata a un apporto inferiore di micronutrienti. La carenza, dunque, non sembra correlata a quanto una persona si senta sola, ma alle conseguenze pratiche di avere meno relazioni, meno persone con cui condividere informazioni su una dieta sana e varia e su come preparare pasti nutrienti.

“Le persone con un punteggio elevato di isolamento sociale potrebbero non sentirsi necessariamente sole”, ha osservato il team di ricerca.

Così Andrew Steptoe, della Ucl Behavioural Science & Health e coordinatore della ricerca: “Il nostro studio dimostra che le persone più isolate socialmente hanno meno probabilità di assumere micronutrienti a sufficienza nella loro dieta. Un apporto inadeguato espone le persone a un rischio maggiore di problemi di salute man mano che invecchiano. Se sei più isolato, potresti non avere altre persone intorno a te che ti forniscano informazioni su cosa è sano e che ti incoraggino a seguire una dieta più varia. Le persone anziane tendono anche ad attenersi a diete che conoscono e potrebbero non variare le loro abitudini alimentari."

La coautrice, Camille Lassale di ISGlobal a Barcellona ha aggiunto: “Una dieta varia con abbastanza cibo di origine vegetale e pesce è importante per aiutare a mantenere un corpo e una mente sani. L'accesso a questi prodotti deve essere garantito e la promozione del loro consumo è particolarmente importante negli anziani che vivono da soli o isolati”. (n.m.)

 

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