“La pancreatite acuta è una delle principali cause di ricovero ospedaliero, con tassi di mortalità e disabilità estremamente elevati” sottolinea Fan. “Anche coloro che guariscono, spesso si trascinano complicanze che influenzano significativamente la loro qualità di vita. A oggi, molte domande riguardanti il trattamento ottimale della pancreatite acuta rimangono senza risposta”.
I ricercatori hanno combinato studi di epidemiologia genetica umana e su modelli animali per indagare il ruolo della vitamina B12 nella prevenzione e nell'attenuazione della pancreatite acuta.
Il team prima ha condotto una metanalisi di studi di associazione genomica utilizzando i più grandi set di dati genetici disponibili per la pancreatite. Quindi, ha utilizzato un approccio di randomizzazione mendeliana per indagare le relazioni tra vari nutrienti e il rischio di malattia. L'analisi ha rivelato che livelli sierici più elevati di vitamina B12 erano fortemente associati a un rischio ridotto di sviluppare diversi tipi di danno al pancreas.
In seguito, il team ha valutato potenziali effetti protettivi e terapeutici della B12 su modelli sperimentali di pancreatite in topi knockout CD320, ovvero privi di un gene chiave nell'assorbimento della vitamina B12. Nello studio sono stati utilizzati due modelli distinti di malattia: uno per osservare le risposte a lesioni precoci del pancreas e l'altro per tracciare la progressione della malattia. I risultati hanno rivelato che la vitamina B12 protegge direttamente le cellule acinose dalla necrosi durante le fasi iniziali della pancreatite acuta e successivamente riduce l'infiltrazione dei linfociti T. In particolare, l'aumento dei livelli sierici di B12 prima e dopo l'induzione della pancreatite non solo ha ridotto la gravità della condizione, ma ha anche promosso la riparazione dei tessuti dopo la lesione pancreatica.
È interessante notare che, nonostante il ruolo noto della vitamina B12 nel percorso del metabolismo dei gruppi monocarbonilici, i suoi effetti protettivi nella pancreatite non sono stati mediati attraverso dalla riduzione dell'omocisteina o dei percorsi del glutatione, come precedentemente ipotizzato.
Invece, si è scoperto che la vitamina B12 aumenta la produzione di Atp nel tessuto pancreatico, riducendo così la necrosi delle cellule acinose e prevenendo la progressione della malattia. L'integrazione di Atp nei topi con deficit di CD320 ha anche alleviato il danno pancreatico, supportando ulteriormente l'ipotesi che gli effetti protettivi della vitamina B12 derivino da un migliore apporto di energia cellulare piuttosto che dalla regolazione dello stress ossidativo.
"Queste nuove entusiasmanti scoperte si aggiungono alle crescenti prove che la vitamina B12 può ridurre la gravità della pancreatite acuta aumentando i livelli di Atp nel tessuto pancreatico, offrendo nuove intuizioni su potenziali strategie terapeutiche per questa malattia”, conclude Fan. (n.m.)