Ferro in gravidanza: sottovalutato il rischio di carenza

14 Ottobre 2024

La gravidanza mette a serio repentaglio le risorse di ferro, con rischi per la donna e il nascituro. Per cercare di comprendere il fenomeno, in termini di valori e biomarcatori da monitorare, un gruppo di ricercatori, tra Irlanda e Stati Uniti, ha condotto uno  studio prospettico di coorte su un campione di donne irlandesi, valutando i cambiamenti nei biomarcatori del ferro durante la gravidanza, stabilendo la prevalenza della carenza di ferro e proponendo parametri di riferimento per lo stato del ferro all’inizio della gravidanza in grado di predire la carenza nel terzo trimestre di gestazione. 

Gli autori, hanno anche cercato di determinare in che modo i fattori di rischio come l'obesità e il fumo influenzino lo stato del ferro durante la gravidanza.  I risultati dello studio, uno dei più ampi mai condotti per documentare i cambiamenti nello stato del ferro durante la gravidanza, sono stati pubblicati sull’ American journal of clinical nutrition.

Sono stati raccolti i dati di 641 donne primipare, prelevando campioni ematici alla 15a, 20a e 33a settimana di gravidanza.  Le donne con anemia (emoglobina < 110 g/L) alla loro prima visita prenatale sono state escluse da questa analisi.

Quello che è emerso è che la carenza di ferro era molto comune durante la gravidanza, nonostante il profilo della coorte fosse generalmente sano.  È interessante notare che nessuna delle partecipanti allo studio era anemica nel primo trimestre, ma più dell’80% delle donne presentava carenza di ferro entro il terzo trimestre, quando si utilizzava la soglia di ferritina <30 μg/L. 

Secondo gli autori, questi risultati devono indurre riflessioni sull’opportunità di uno screening per la carenza di ferro con emoglobina e ferritina in popolazioni definite a basso rischio.  Inoltre, sulla base dei loro risultati, suggeriscono una soglia per la ferritina pari o inferiore a 60 μg/L alla 15a settimana di gravidanza, sotto la quale si può prevedere una carenza di ferro alla 33a settimana di gravidanza, definita come <15 μg/L.

L'obesità e il fumo materni sono emersi come un fattore di rischio per uno stato di ferro più basso durante la gravidanza e l'infanzia. L'uso di integratori contenenti ferro è risultato protettivo.

"Finalmente, uno studio prospettico di qualità per supportare il monitoraggio del rischio anemico in gravidanza", suggeriscono Michael Auerbach e Helain Landy in un editoriale di commento.

“Alla luce di questi risultati, invitiamo l’American College of Obstetricians and Gynecologists e la United States Preventive Services Taskforce a cambiare approccio e sottoporre a screening tutte le donne incinte per la carenza di ferro, indipendentemente dalla presenza di anemia, raccomandando la supplementazione in caso di carenza”.

Nicola Miglino

 

 

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