P.ssa Di Renzo, da quali premesse nasce l’idea del vostro lavoro?
Desideravamo approfondire la comprensione dei cambiamenti nella composizione corporea che avvengono con l'invecchiamento, specialmente nelle persone in sovrappeso e obese. Mentre è noto che l'invecchiamento comporta un aumento del grasso corporeo e una riduzione della massa magra, i dati riguardanti queste variazioni nel corso della vita sono ancora limitati e spesso inconcludenti, soprattutto quando si considerano individui con obesità o sovrappeso. Tradizionalmente, l'Organizzazione mondiale della sanità ha utilizzato l'indice di massa corporea per classificare l'obesità, adottando un riferimento universale di 30 kg/m² per tutte le età e i generi. Tuttavia, questo approccio ha mostrato diverse limitazioni, come l'incapacità di discriminare tra i diversi compartimenti corporei, come grasso, muscoli e ossa, tra i cambiamenti corporei fisiologici con l’età, il sesso alla nascita e le etnie. Recenti studi suggeriscono che il Bmi potrebbe non essere sufficiente per identificare i cambiamenti nella composizione corporea, specialmente tra le persone di mezza età e anziane, poiché le variazioni nel grasso o nella massa muscolare possono verificarsi senza alterazioni significative di questo parametro. Questo contesto ha evidenziato l'importanza di esaminare più a fondo la relazione tra composizione corporea, età e genere nelle persone in sovrappeso e obese, con l'obiettivo di superare le limitazioni del Bmi come unico indicatore di adiposità e sviluppare strategie di valutazione più precise per una terapia personalizzata di precisione.
Che tipo di ricerca avete condotto?
Si tratta di uno studio osservazionale trasversale con l’obiettivo di confrontare i compartimenti della composizione corporea tra diversi gruppi di età e sesso in una popolazione composta esclusivamente da individui in sovrappeso e obesi. Il campione è stato selezionato tra una vasta coorte di volontari visitati presso la sezione di Nutrizione clinica dell’Università di Roma "Tor Vergata" tra il 2018 e il 2022. Lo studio ha coinvolto 2.844 individui, suddivisi in tre gruppi di età - giovani, adulti di mezza età, e anziani - per sesso, peso corporeo e Bmi, per garantire la comparabilità dei dati. La composizione corporea è stata valutata mediante densitometria a doppi raggi-X, che ha permesso di misurare vari parametri, tra cui il grasso corporeo totale, la percentuale di grasso corporeo, la massa magra e la massa magra appendicolare.
Quali evidenze sono emerse dall’analisi dei dati?
Abbiamo registrato significative differenze nella composizione corporea tra i gruppi di età, anche a parità di peso corporeo e Bmi. Questo significa che un individuo con lo stesso Bmi può avere una diversa composizione corporea a seconda dell'età. Pertanto, l'affidarsi esclusivamente al Bmi come indicatore universale di stato di salute può essere fuorviante. Con l'invecchiamento, si evidenzia nei maschi un aumento della percentuale di grasso corporeo totale e del grasso del tronco, accompagnato da una riduzione della massa magra e della massa magra appendicolare. Al contrario, nelle femmine il grasso del tronco aumenta e la massa magra appendicolare diminuisce dalla giovinezza alla mezza età; questi parametri rimangono stabili tra il gruppo di mezza età e le anziane, sottolineando una minore variabilità rispetto ai maschi. Queste differenze tra i sessi sono rilevanti, poiché nei maschi le differenze nei compartimenti corporei sono sia sul corpo intero che a livello di specifici distretti corporei regionali, mentre nelle femmine le variazioni sono principalmente a livello regionale, quale addome, braccia e fianchi. Si ipotizza che fattori come inattività fisica, dieta, alterazioni ormonali e infiammazione legata all'età possano influenzare questi cambiamenti della composizione corporea.
Quali i limiti dello studio?
In primo luogo, i dati sono stati raccolti in un unico centro, su un campione italiano; quindi, i risultati necessitano di una validazione su altre popolazioni. In secondo luogo, siamo stati in grado di osservare solo le differenze nella composizione corporea tra i gruppi di età e non i cambiamenti nel tempo all'interno degli stessi gruppi, la cui raccolta e analisi richiederebbe uno studio longitudinale. Infine, non abbiamo raccolto dati su abitudini di vita, fumo, attività fisica, dieta, analisi cliniche e stato di salute, fattori che potrebbero influenzare o essere correlati alla composizione corporea.
Quali conclusioni se ne possono trarre?
Il nostro studio ha mostrato che le persone con sovrappeso o obesità hanno modelli di composizione corporea distintivi, indipendentemente dal Bmi, come un aumento del grasso centrale e una riduzione della massa muscolare appendicolare, con conseguente rischio di sarcopenia, di malattie cardiometaboliche e riduzione del dispendio energetico. Solo una attenta valutazione della composizione corporea, con strumenti appropriati, permetterà una diagnosi più accurata e una terapia di precisione di successo.
Nicola Miglino