La dieta chetogenica è un termine “ombrello” riferibile ad approcci diversi, ma tutti impostati sull’induzione di una chetogenesi di una certa entità, tramite la riduzione dell’apporto di carboidrati. Questo meccanismo biochimico promuove la beta-ossidazione degli acidi grassi, con riduzione dei depositi di tessuto adiposo viscerale e sottocutaneo. Questo approccio richiede sempre una valutazione clinica iniziale del paziente da parte di un medico e deve essere seguito nelle sue fasi da un medico esperto.
Lo schema più utilizzato è quello della “very-low calorie ketogenic diet” (Vlckd), con un approccio a fasi, ciascuna della durata di alcune settimane, per un totale di sei mesi circa. Non è una dieta iperproteica, in quanto l‘apporto proteico si attesta a circa 1,5 g/kg di peso. Nella prima fase si attua una significativa riduzione dell’apporto di carboidrati e calorico complessivo, pari a circa 700-900 Kcal/die. In questa fase è fondamentale attuare un’appropriata integrazione con minerali e vitamine.
Sono anche disponibili alimenti preparati in modo da avere un ridotto contenuto di carboidrati, così da rendere relativamente palatabile e più accettabile questa fase del programma Vlckd. A seguire viene gradualmente inserita una quantità maggiore di carboidrati, con progressiva riabilitazione nutrizionale sino a raggiungere, nella fase finale, un apporto equilibrato di macro- e micronutrienti e di energia (sino a 1.250-1.600 kCal/giorno).
L’efficacia nel tempo e il mantenimento del peso corporeo nell’ambito di normalità o di un moderato sovrappeso, partendo da valori di obesità, richiede un costante supporto da parte di un gruppo multidisciplinare, che comprenda uno psicologo. In questo ambito è fondamentale evitare il “fai da te”, perché la valutazione medica permette di evitare rischi mediante valutazione di indicazioni, risultati clinici e variazione di marcatori ematochimici, che in genere vengono misurati almeno 3 volte in uno schema di Vlckd di sei mesi.
Questa valutazione medica è fondamentale per evitare carenze nutrizionali specifiche, soprattutto nelle prime fasi della Vlckd. Tra queste carenze, possiamo menzionare quelle di vitamine del gruppo B, vitamine A, C, E e acido folico e di potassio, magnesio, calcio, fosfato, ferro e selenio.
In conclusione, la dieta chetogenica Vlckd rappresenta un’interessante opzione per il trattamento dell’obesità, deve essere sempre seguita da un medico esperto e richiede una appropriata integrazione alimentare.
Silvia Migliaccio, Paolo Magni, Maria Daglia
Fondazione italiana per il cuore
Bibliografia
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