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Obesità: ruolo della dieta chetogenica

01 Luglio 2024

L’attuale dimensione epidemica dell’obesità ha incrementato le patologie cardiovascolari e metaboliche croniche. Queste condizioni cliniche vengono affrontate con efficacia variabile mediante varie strategie (miglioramento degli stili di vita, approcci farmacologici, chirurgia bariatrica). In questo contesto si colloca la dieta chetogenica, che oltre a indurre una diminuzione di peso si associa anche alla riduzione del rischio cardiovascolare e metabolico, anche in soggetti a basso rischio iniziale.

La dieta chetogenica è un termine “ombrello” riferibile ad approcci diversi, ma tutti impostati sull’induzione di una chetogenesi di una certa entità, tramite la riduzione dell’apporto di carboidrati. Questo meccanismo biochimico promuove la beta-ossidazione degli acidi grassi, con riduzione dei depositi di tessuto adiposo viscerale e sottocutaneo. Questo approccio richiede sempre una valutazione clinica iniziale del paziente da parte di un medico e deve essere seguito nelle sue fasi da un medico esperto.

Lo schema più utilizzato è quello della “very-low calorie ketogenic diet” (Vlckd), con un approccio a fasi, ciascuna della durata di alcune settimane, per un totale di sei mesi circa. Non è una dieta iperproteica, in quanto l‘apporto proteico si attesta a circa 1,5 g/kg di peso. Nella prima fase si attua una significativa riduzione dell’apporto di carboidrati e calorico complessivo, pari a circa 700-900 Kcal/die. In questa fase è fondamentale attuare un’appropriata integrazione con minerali e vitamine.

Sono anche disponibili alimenti preparati in modo da avere un ridotto contenuto di carboidrati, così da rendere relativamente palatabile e più accettabile questa fase del programma Vlckd. A seguire viene gradualmente inserita una quantità maggiore di carboidrati, con progressiva riabilitazione nutrizionale sino a raggiungere, nella fase finale, un apporto equilibrato di macro- e micronutrienti e di energia (sino a 1.250-1.600 kCal/giorno).

L’efficacia nel tempo e il mantenimento del peso corporeo nell’ambito di normalità o di un moderato sovrappeso, partendo da valori di obesità, richiede un costante supporto da parte di un gruppo multidisciplinare, che comprenda uno psicologo. In questo ambito è fondamentale evitare il “fai da te”, perché la valutazione medica permette di evitare rischi mediante valutazione di indicazioni, risultati clinici e variazione di marcatori ematochimici, che in genere vengono misurati almeno 3 volte in uno schema di Vlckd di sei mesi.

Questa valutazione medica è fondamentale per evitare carenze nutrizionali specifiche, soprattutto nelle prime fasi della Vlckd. Tra queste carenze, possiamo menzionare quelle di vitamine del gruppo B, vitamine A, C, E e acido folico e di potassio, magnesio, calcio, fosfato, ferro e selenio.

In conclusione, la dieta chetogenica Vlckd rappresenta un’interessante opzione per il trattamento dell’obesità, deve essere sempre seguita da un medico esperto e richiede una appropriata integrazione alimentare.

Silvia Migliaccio, Paolo Magni, Maria Daglia
Fondazione italiana per il cuore

Bibliografia 

  • Caprio M. et al. Cardiovascular Endocrinology Club of the Italian Society of Endocrinology. Very-low-calorie ketogenic diet (VLCKD) in the management of metabolic diseases: systematic review and consensus statement from the Italian Society of Endocrinology (SIE). J Endocrinol Invest. 2019 May 20. doi: 10.1007/s40618-019-01061-2.
  • Tragni E. et al. Reduction of Cardio-Metabolic Risk and Body Weight through a Multiphasic Very-Low Calorie Ketogenic Diet Program in Women with Overweight/Obesity: A Study in a Real-World Setting.
  • 2021 May 26;13(6):1804. doi: 10.3390/nu13061804.
  • Patikorn C. et al. Effects of ketogenic diet on health outcomes: an umbrella review of meta-analyses of randomized clinical trials. BMC Med. 2023 May 25;21(1):196. doi: 10.1186/s12916-023-02874-y.
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