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Infiammazione cronica di basso grado: ruolo di dieta e nutraceutici

07 Ottobre 2024

 

L’infiammazione sistemica cronica low grade o di basso grado (ISC) è un meccanismo eziopatogenetico comune a molte patologie cronico-degenerative quali malattie cardiovascolari, diabete mellito tipo 2, numerosi tumori e patologie neurodegenerative. È una condizione patologica subdola, senza un quadro clinico specifico e, quindi, essenzialmente occulta e silente per anni, ma con conseguenze importanti dato il suo rilevante impatto sull’inizio e successiva progressione di patologie cardiometaboliche e non solo.

La ISC comporta l’attivazione di vari meccanismi infiammatori, quali l’aumento delle citochine proinfiammatorie circolanti e l’attivazione dell’inflammasoma NLRP3, con conseguente progressiva accelerazione del danno cardiovascolare e di alterazioni metaboliche. In molti casi, questa condizione subclinica può anche causare disturbi aspecifici e solo funzionali, anche se non trascurabili (Medically unexplained symptoms).

Un fattore importante per lo sviluppo di ISC e delle patologie cardiometaboliche correlate deriva da stili di vita non corretti, dall’alimentazione squilibrata alla sedentarietà, al fumo e all’alcol.

Pertanto, anche per la prevenzione di ISC è fondamentale una alimentazione corretta, riducendo gli alimenti pro-infiammatori, dalle farine bianche ai dolci e bevande con elevato tenore di zuccheri semplici sino a determinati grassi alimentari, aumentando invece il consumo di frutta e verdura. Importante anche una corretta distribuzione dei pasti nella giornata, insieme al corretto profilo di sonno e attività fisica.

In questo ambito, numerosi componenti alimentari presenti in alimenti e integratori alimentari possono risultare utili.

Gli acidi grassi Omega-3 posseggono note proprietà antiinfiammatorie svolte attraverso differenti meccanismi che includono l'inibizione dell'attivazione del fattore di trascrizione NFκB, che ha un ruolo primario nell’infiammazione, nella regolazione della risposta immunitaria, nella proliferazione cellulare, nell’apoptosi e nel cancro, e l'attivazione del fattore di trascrizione anti-infiammatorio PPARγ (peroxisome proliferator-activated receptor gamma).

Tra gli altri componenti della dieta che possono svolgere azione antiinfiammatoria vi è la fibra alimentare prebiotica, che esercita tale azione attraverso la modulazione del microbiota intestinale e la produzione di acidi grassi a corta catena, e la diminuzione della perossidazione lipidica.

Per il loro contenuto in procianidine, gli estratti di semi d’uva (Vitis vinifera), di cacao (Theobroma cacao), di tè (Camellia sinensis) e di mela (Malus domestica), inibendo NFκB, modulano l'espressione di interleuchine proinfiammatorie quali IL-2, TNF-a, IL-6 e IL-8.

Oltre alle procianidine, anche altri polifenoli quali quelli tipici dell’olio di oliva extra-vergine (tirosolo, idrossitirosolo e oleuropeina), gli isoflavoni della soia (Glycine max) e il resveratrolo (Polygonum cuspidatum) esercitano proprietà protettive contro ISC.

Silvia Migliaccio, Paolo Magni, Maria Daglia

Fondazione italiana per il cuore

Bibliografia

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