P.ssa Rondanelli, da quali premesse nasce l’idea della vostra ricerca?
Quelle del tratto urinario sono le infezioni batteriche più comuni nelle donne; in particolare, la menopausa predispone le donne a Uti, a causa dei livelli più bassi di estrogeni e dei conseguenti cambiamenti nel microbioma uroteliale e urogenitale. Inoltre, le donne con diabete mellito in terapia con Sglt-2 - inibitori del co-trasportatore del sodio glucosio 2, hanno un rischio aumentato di infezioni urinarie. Le recenti evidenze presenti in letteratura sostengono l'uso dell’estratto di cranberry o mirtillo rosso per ridurre il rischio di infezioni del tratto urinario. Le proantocianidine, composti fenolici contenuti nell'estratto di mirtillo rosso mostrano, infatti, attività anti-adesione contro Escherichia coli e Candida albicans.
Che tipo di studio avete condotto?
È stato condotto uno studio clinico randomizzato, 1:1, in doppio cieco, controllato con placebo, a gruppi paralleli. Lo studio, approvato dal Comitato etico dell'Università di Pavia e conforme agli standard etici stabiliti nella Dichiarazione di Helsinki, è stato condotto presso l’Unità operativa complessa a indirizzo metabolico dell’Istituto Santa Margherita di Pavia. Lo scopo è stato quello di valutare il potenziale beneficio sulla prevenzione degli episodi di Uti, valutato mediante analisi delle urine e urinocoltura dopo due, quattro e sei mesi, di integrazione alimentare orale quotidiana di 120 mg di estratto di mirtillo rosso altamente standardizzato formulato in fosfolipidi, rispetto al placebo, in donne diabetiche in postmenopausa in terapia con inibitori di Sglt-2.
Quali evidenze sono emerse dall’analisi dei dati?
Un totale di 46 donne in postmenopausa di età media pari a 72,5 anni, ha completato lo studio: 23 donne nel gruppo di integrazione e 23 nel gruppo placebo. Per quanto riguarda gli episodi di Uti nel gruppo cranberry e nel gruppo placebo, l'interazione tra tempo e trattamento è stata statisticamente significativa. In totale, nel gruppo placebo, sono stati segnalati 6 episodi di Uti durante il periodo di intervento di sei mesi, mentre nel gruppo che ha ricevuto l'integrazione a base di mirtillo rosso è stata rilevata solamente un’infezione durante lo stesso periodo di follow-up, con una riduzione del 22,5% nelle Uti rispetto al gruppo placebo.
Quali i limiti dello studio?
Nonostante i risultati significativi ottenuti in questo studio, esistono alcune limitazioni. Innanzitutto, il numero limitato di soggetti arruolati; pertanto, sono necessari studi futuri che utilizzino campioni di dimensioni più ampie e includano un ampio spettro di biomarcatori. Non sono stati, infatti, indagati i marcatori antiossidanti e infiammatori correlati alle infezioni delle vie urinarie. Inoltre, non sono emerse differenze nella qualità della vita tra i gruppi; ciò potrebbe essere attribuito al numero limitato di soggetti inclusi nello studio. Pertanto, sebbene questi risultati preliminari siano promettenti necessitano di ulteriore conferma da studi di coorte più ampi in popolazioni diverse dalle donne diabetiche in postmenopausa che assumono inibitori Sglt-2.
Quali conclusioni se ne possono trarre?
Il risultato principale di questo studio clinico è stata la riduzione statisticamente significativa degli episodi di Uti in un gruppo di donne diabetiche, in postmenopausa, in terapia con inibitori di Sglt-2, supportate con un integratore contenente 120 mg di estratto di mirtillo rosso altamente standardizzato formulato in fosfolipidi, per sei mesi, rispetto al gruppo placebo. I dati ottenuti confermano gli effetti benefici dei prodotti a base di mirtillo rosso contenenti proantocianidine nella profilassi delle infezioni delle vie urinarie e per prevenire l’adesione dei batteri all’urotelio. L’assenza di eventi avversi e la compliance mantenuta fino a sei mesi sottolineano la sicurezza e la tollerabilità di un’integrazione a lungo termine con questa formulazione di mirtillo rosso formulata in fosfolipidi.
Nicola Miglino