Gli scarti alimentari possono rappresentare una fonte importante di sostanze bioattive per l’industria nutraceutica del prossimo futuro. A suggerirlo, Gianni Sagratini, docente di Chimica degli alimenti all’Università di Camerino, nel corso del 14.mo congresso nazionale Sinut (Società italiana di nutraceutica), conclusosi nei giorni scorsi a Bologna. Due i progetti con finanziamenti pubblici in corso di sperimentazione a Camerino. Il primo, dagli scarti dei prodotti della pesca, il secondo, dai tralci della vite.
Uso empirico di vitamina D. Ovvero: quando e come integrare per raggiungere dosi superiori a quelle raccomandate o in assenza di test per la 25-idrossivitamina D (25[OH]D)? A questa domanda ha dato risposta l’Endocrine society con le nuove linee-guida pubblicate di recente sul Journal of clinical endocrinology & metabolism.
La supplementazione di vitamina D gioca un ruolo nella prevenzione dell’infezione da Sars-Cov-2 e delle sue complicanze, riducendo il numero di malati attesi e, solo indirettamente, la mortalità. Queste le conclusioni di una review e metanalisi pubblicata di recente su Nutrients. A parlarcene, uno dei ricercatori coinvolti nello studio: Filippo Del Puente, dirigente medico Sc Malattie infettive, Ospedali Galliera di Genova.
La combinazione probiotici/Vitamina D si candida a strategia efficace nel migliorare la funzione cognitiva in soggetti con schizofrenia. Questo quanto sostenuto dai risultati di uno studio clinico pubblicati su Neuropsychopharmacology reports, nel quale 70 adulti affetti da schizofrenia sono stati randomizzati a ricevere, una volta al giorno per 12 settimane, un placebo o integratore probiotico/Vitamina D (Lactobacillus acidophilus, Lactobacillus rhamnosus, Lactobacillus reuteri, Lactobacillus paracasei, Bifidobacterium longum, Bacillus coagulans - 2 × 109 - Cfu) e 400 Ui di vitamina D).