Gli scarti alimentari possono rappresentare una fonte importante di sostanze bioattive per l’industria nutraceutica del prossimo futuro. A suggerirlo, Gianni Sagratini, docente di Chimica degli alimenti all’Università di Camerino, nel corso del 14.mo congresso nazionale Sinut (Società italiana di nutraceutica), conclusosi nei giorni scorsi a Bologna. Due i progetti con finanziamenti pubblici in corso di sperimentazione a Camerino. Il primo, dagli scarti dei prodotti della pesca, il secondo, dai tralci della vite.