La combinazione probiotici/Vitamina D si candida a strategia efficace nel migliorare la funzione cognitiva in soggetti con schizofrenia. Questo quanto sostenuto dai risultati di uno studio clinico pubblicati su Neuropsychopharmacology reports, nel quale 70 adulti affetti da schizofrenia sono stati randomizzati a ricevere, una volta al giorno per 12 settimane, un placebo o integratore probiotico/Vitamina D (Lactobacillus acidophilus, Lactobacillus rhamnosus, Lactobacillus reuteri, Lactobacillus paracasei, Bifidobacterium longum, Bacillus coagulans - 2 × 109 - Cfu) e 400 Ui di vitamina D).
Alcuni casi di schizofrenia nei paesi più poveri potrebbero essere semplicemente dovuti a carenze nutrizionali, in particolare di vitamina B3 (niacina). È l’ipotesi suggestiva proposta da Esme Fuller-Thomson, docente alla Factor-Inwentash faculty of social work (Fifsw) dell'Università di Toronto, dalle colonne della rivista Schizophrenia research.
Sempre maggiore l’interesse della comunità scientifica nei confronti dell’uso di integratori alimentari nel trattamento della malattia mentale. Ecco così che un gruppo di lavoro, formato da una quindicina di esperti tra Italia, Belgio, Brasile, Canada, Regno Unito e Australia, ha deciso di prendere in esame i dati oggi disponibili confezionando una metanalisi pubblicata su World psychiatry che restituisce un quadro completo ed esaustivo dello stato dell’arte.