A poco più di un anno dal lancio di prodotti a base di Akkermansia muciniphila, quasi 100 mila persone in Italia hanno avuto modo di sperimentarne i vantaggi, come la riduzione della tensione addominale e delle alterazioni del transito, con un miglioramento complessivo del benessere intestinale. Risultati che hanno posto Akkermansia al centro delle ricerche nel campo della salute intestinale con 830 pubblicazioni scientifiche soltanto negli ultimi 12 mesi.
La longevità è caratterizzata da un calo progressivo della diversità nella composizione del microbiota intestinale. Tutto questo si traduce in una perdita di geni coinvolti nella produzione di acidi grassi e in un incremento dei geni coinvolti nel metabolismo degli aminoacidi con conseguente aumento delle funzioni proteolitiche pro-infiammatorie. In questa ottica, sta suscitando grande interesse lo sviluppo di nuovi probiotici, al fine di integrare, in maniera specifica, proprio quei gruppi microbici la cui abbondanza si riduce con l’invecchiamento. Ne abbiamo parlato con Patrizia Brigidi, docente di Biotecnologie delle fermentazioni, presso il dipartimento di Farmacia e Biotecnologie dell’Università di Bologna “Alma Mater”.
Primi dati clinici sull’efficacia di Akkermansia muciniphila nel miglioramento di alcuni parametri metabolici considerati fattori di rischio per malattie cardiovascolari.