Osservare il Ramadan aiuta a ridurre, anche se temporaneamente, il colesterolo, altri lipidi e i marcatori infiammatori nel sangue. Questa la conclusione di un gruppo di scienziati che hanno esaminato il modello del digiuno intermittente del Ramadan (Rif) nelle persone in sovrappeso e obese. I risultati suggeriscono che il Rif è associato a miglioramenti dei lipidi nel sangue e del livello di composti grassi chiamati ceramidi e sfingolipidi nel sangue, nonché a una protezione temporanea contro i fattori di rischio cardiometabolico.
Un'analisi condotta su oltre 20 mila adulti statunitensi ha rilevato che chi adotta un piano alimentare limitato a un arco temporale di meno di 8 ore al giorno, ha maggiori probabilità di morire di malattie cardiovascolari rispetto a chi si alimenta in un intervallo di 12-16 ore al giorno. I risultati della ricerca sono stati presentati all'Epidemiology and prevention lifestyle and cardiometabolic scientific sessions 2024 dell'American heart association (Chicago, 18-21 marzo 2024) e hanno suscitato reazioni contrastanti di illustri clinici e ricercatori italiani.
I benefici del digiuno intermittente, un argomento oggi sulla bocca di tutti, sono moltissimi: può aiutarci a dormire meglio, a perdere peso, a potenziare le nostre prestazioni sportive e a migliorare il nostro stato di salute.
Per perdere peso, digiuno intermittente o dieta contacalorie garantiscono la stessa efficacia, offrendo così più opzioni per raggiungere l’obiettivo, a patto di affidarsi a un professionista esperto di nutrizione. Queste le conclusioni di uno studio condotto da ricercatori dell'Università dell'Illinois e pubblicato di recente su Annals of internal medicine.