Data l’assenza di opzioni terapeutiche efficaci per la demenza, sono stati proposti approcci dietetici e altri stili di vita come potenziali strategie per ridurre il peso di questa condizione e molti studi negli ultimi anni hanno riconosciuto il ruolo significativo dei fattori nutrizionali nel proteggere e migliorare le funzioni metaboliche, cerebrovascolari e neurocognitive.
Nel 2015, dalla collaborazione del Rush university medical center e della Harvard Chan school of public health, è stato sviluppato un nuovo modello dietetico denominato Mind, acronimo di Mediterranean dash intervention for neurodegenerative delay, con l’obiettivo di sfruttare alimenti e nutrienti specifici per la salute del cervello e le prestazioni cognitive. La dieta Mind enfatizza la frutta, principalmente bacche, verdure a foglia verde, noci, olio d'oliva, cereali integrali, pesce, fagioli e pollame; limita, invece, il consumo di burro, formaggi, carni rosse, fritti e dolci.
L'assunzione giornaliera di un integratore multivitaminico può preservare la memoria rallentando il declino cognitivo in età avanzata. Questo quanto emerge da uno studio condotto da ricercatori della Columbia University e del Brigham and Women's Hospital di Boston, i cui risultati sono stati di recente pubblicati sull’American journal of clinical nutrition.
Probiotici come strategia per ridurre il rischio di declino cognitivo. Un tema che sta riscontrando un interesse crescente nella comunità scientifica, al punto che un gruppo di scienziati dell’Università di Reading, in Inghilterra, ha deciso di effettuare una revisione sistematica della letteratura sull’argomento per dare contezza di quanto oggi noto sugli effetti neurocognitivi di un intervento sul microbiota intestinale. I risultati della loro analisi sono stati pubblicati di recente su Neuroscience & Biobehavioral Reviews.