La composizione corporea in soggetti obesi o in sovrappeso varia in funzione dell’età e del genere. Alla luce di ciò, l’Indice di massa corporea (Bmi) si rivela un indicatore obsoleto e fuorviante e sono necessarie ricerche future per identificare nuovi strumenti in grado di monitorare tali cambiamenti in questa specifica popolazione. Queste le conclusioni di uno studio osservazionale pubblicato su Nutrients e condotto da un gruppo di ricerca guidato da Laura Di Renzo, direttore della scuola di specializzazione in Scienza dell’alimentazione e preside della facoltà di Farmacia dell’Università Tor Vergata di Roma.

Nel nostro Paese, i bambini e le bambine di 8-9 anni in sovrappeso sono il 19% e con obesità il 9,8%, inclusi quelli con obesità grave che rappresentano il 2,6%. Sono i dati relativi al 2023 elaborati da OKkio alla Salute, il sistema di sorveglianza nazionale coordinato dal Centro nazionale per la prevenzione delle malattie e promozione della salute (Cnapps) dell’Istituto superiore di sanità (Iss), parte dell’iniziativa della Regione europea dell’Oms “Childhood obesity surveillance initiative-Cosi”, resi noti nei gironi scori durante un convegno nella sede dell’Iss.

Oltre un italiano su due controlla il proprio peso mensilmente o quasi (54,1 per cento) e circa uno su quattro con una regolarità almeno settimanale (23,8 per cento), eppure quasi 20 milioni di italiani conducono una vita sedentaria, solo il 5 per cento consuma le 5 porzioni al giorno di frutta e verdura raccomandate dall’Oms e l’obesità è cresciuta oltre l’11 per cento.

Non è importante solo la quantità delle proteine giornaliere assunte ma anche la loro fonte, ovvero se di origine animale o vegetale: ciò può fare la differenza in termini di gestione del peso corporeo, riduzione dell’infiammazione di basso grado tipica dell’obesita e migliore prevenzione delle malattie croniche. Queste le conclusioni di una review pubblicata di recente su Nutrients. A illustrarcela, Yeganeh Manon Khazrai, Claudia Di Rosa e Ludovica Di Francesco dell’Unità di ricerca in Scienze alimentari e nutrizione umana all’Università Campus Biomedico di Roma.

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