Aumentare i chetoni nel sangue attraverso una dieta chetogenica o con una supplementazione può aiutare a dare regolarità ai cicli mestruali se non, addirittura, a riavviarli dopo lunghi stop. A suggerirlo, uno studio pubblicato su Plos One e condotto su 19 donne sovrappeso/obese di età compresa tra 34 e 44 anni. Tre i gruppi esaminati: per sei settimane, sette hanno seguito una dieta chetogenica, sei una dieta chetogenica combinata con integratori di sali chetonici e sei una dieta a basso contenuto di grassi.
Un buono stato nutrizionale sembra rallentare la progressione della malattia e migliorare l’intensità dei sintomi nei pazienti affetti da sclerosi multipla, patologia autoimmune caratterizzata da neurodegenerazione, demielinizzazione e infiammazione cronica nel sistema nervoso centrale.
L’attuale dimensione epidemica dell’obesità ha incrementato le patologie cardiovascolari e metaboliche croniche. Queste condizioni cliniche vengono affrontate con efficacia variabile mediante varie strategie (miglioramento degli stili di vita, approcci farmacologici, chirurgia bariatrica). In questo contesto si colloca la dieta chetogenica, che oltre a indurre una diminuzione di peso si associa anche alla riduzione del rischio cardiovascolare e metabolico, anche in soggetti a basso rischio iniziale.
Una recente revisione sistematica e metanalisi ha esplorato il possibile impatto della dieta chetogenica (Kd) sulla pressione arteriosa (Pa). La ricerca, pubblicata su Nutrition, metabolism and cardiovascular diseases, ha preso in esame 23 studi randomizzati, giungendo alla conclusione che la Kd non produce cambiamenti significativi rispetto a una dieta di controllo.