“In questo lavoro, non siamo riusciti a trovare alcun impatto significativo degli interventi chetogeni dietetici su sistolica e diastolica”, commentano gli Autori. “I regimi chetogenici sono stati storicamente utilizzati come trattamento complementare ai farmaci anticonvulsivanti nei pazienti epilettici. Tuttavia, sono diventati sempre più popolari in vari interventi dietetici, soprattutto nella gestione del sovrappeso e dell’obesità. Sebbene non esista una definizione standard e condivisa di Kd, ci si riferisce generalmente a regimi in cui la composizione dei macronutrienti della dieta è estremamente alterata in modo da fornire la maggior parte del fabbisogno calorico giornaliero dai grassi, cioè limitando l'assunzione di carboidrati e proteine al fine di indurre la chetosi. L’impatto sulla pressione arteriosa è stato oggetto di numerose indagini. Tuttavia, i risultati non sono sempre stati coerenti, né conclusivi. Dalla nostra revisione sistematica e metanalisi, sembra che, nonostante gli effetti benefici dichiarati, le diete chetogeniche potrebbero non essere l’approccio più adatto per ridurre la pressione arteriosa. Tuttavia, potrebbero essere necessarie ulteriori indagini per chiarire meglio la proporzione appropriata di apporto calorico derivante dai grassi necessaria per massimizzare i loro effetti benefici sui fattori di rischio cardiovascolari”.
Nicola Miglino