L'emergere di un nuovo campo di ricerca è entusiasmante, ma va incontro in modo inevitabile al dover dimostrare la propria validità e al dover comprendere l'impatto su ciò che è già noto. Questo è certamente il caso dei probiotici, ora definiti come "microrganismi vivi, che quando somministrati in quantità adeguate, conferiscono un beneficio alla salute sull'ospite". 

Come utilizzare i microrganismi per migliorare la qualità dei nutrienti e produrre cibi più sani. Questo il tema di fondo di Beneficial Microorganisms in Food and Nutraceuticals (300 pp; Ed. Springer), curato da Min-Tze Liong.

Il microbiota intestinale comincia a catturare l’attenzione degli addetti ai lavori anche in relazione a disturbi del comportamento alimentare (Dca).

C’è tempo sino al prossimo 20 aprile per partecipare al bando indetto dall’Accademia di medicina di Torino e l’azienda vinicola Beni di Batasiolo (Cn) che assegna 40 mila euro ciascuno a due progetti di ricerca sul microbiota. Il finanziamento andrà quindi alle migliori proposte che approfondiscano la relazione cibo-microbiota-salute, “attraverso un approccio che tenga conto di vari aspetti medici, biologici e molecolari”.

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