In particolare, il focus dovrebbe essere rivolto alle metodologie di controllo delle forme a cessione modificata, alla gastro-resistenza e, non ultima per importanza, alla biodisponibilità dei principi attivi che questi formulati contengono.

Recentemente, da uno studio condotto all’Università di Napoli, è stato dimostrato che il 50% degli integratori testati come gastro-resistenti di fatto non si disaggregano nell’intestino e vengono espulsi tal quali. Questo e altri fenomeni come la mancata o ridotta cessione dei principi attivi a causa di un inadeguato processo formulativo e di un testing rigoroso dei formulati, prelude spesso a una perdita di efficacia, nonostante il claim salutistico avallato dagli organi istituzionali.

Questo circolo vizioso è alimentato da una legislazione pressoché inesistente e non al passo con il mutato assetto di mercato degli ultimi due decenni. I nutraceutici, infatti, sono diventati il principale asset di investimento non solo delle aziende del settore salutistico, ma anche delle aziende farmaceutiche che sempre di più investono nello sviluppo di intere linee di questi prodotti, spesso mantenendo i brand farmaceutici più noti.

Congresso Sinut 2021, dalla relazione di Andrea Fratter, presidente Sifnut (Società italiana formulatori in nutraceutica)