L’ipovitaminosi è una condizione molto comune in caso di malattie croniche del fegato, dall’epatopatia alcolica (Ald), alla steatosi epatica non alcolica (Nafld), alla cirrosi, al carcinoma epatocellulare (Hcc). La supplementazione di vitamine e oligoelementi dovrebbe pertanto rappresentare un utile intervento di supporto in queste circostanze, ma tuttavia, nonostante i numerosi studi a riguardo condotto sino a oggi, le evidenze cliniche a sostegno rimangono incerte. Un gruppo di ricercatori, guidati da Anna Licata, docente di Medicina interna all’Università di Palermo, ha provato a raccogliere i dati oggi disponibile in una review pubblicata di recente su Nutrients.
Gli studi clinici che valutano la supplementazione di zinco nelle malattie epatiche ancora non mostrano benefici conclusivi in termini di miglioramento o arresto della malattia, ma il razionale per proseguire le ricerche è solido.
Il fegato svolge un ruolo essenziale in una varietà di processi biochimici complessi, tra cui il metabolismo dei macronutrienti, l'attivazione e la conservazione delle vitamine, la detossificazione e l'escrezione dei prodotti di scarto. Non sorprende, perciò, che il danno epatocellulare si traduca in squilibri metabolici che aumentano cumulativamente il rischio di sviluppare malnutrizione proteico-calorica e alterazioni dei micronutrienti.