Epatopatie croniche: necessario correggere l’ipovitaminosi

09 Febbraio 2022

L’ipovitaminosi è una condizione molto comune in caso di malattie croniche del fegato, dall’epatopatia alcolica (Ald), alla steatosi epatica non alcolica (Nafld), alla cirrosi, al carcinoma epatocellulare (Hcc). La supplementazione di vitamine e oligoelementi dovrebbe pertanto rappresentare un utile intervento di supporto in queste circostanze, ma tuttavia, nonostante i numerosi studi a riguardo condotto sino a oggi, le evidenze cliniche a sostegno rimangono incerte. Un gruppo di ricercatori, guidati da Anna Licata, docente di Medicina interna all’Università di Palermo, ha provato a raccogliere i dati oggi disponibile in una review pubblicata di recente su Nutrients.

“La letteratura suggerisce come in questi pazienti si registrino forti carenze vitaminiche, specialmente nelle fasi avanzate di malattia”, sottolineano gli Autori. Le strategie di integrazione possono aiutare a migliorare lo stress ossidativo e la salute immunitaria dell’organismo.  In particolare, la vitamina D si rivela importante per il suo ruolo immunomodulatore nel migliorare la risposta virale nei pazienti con epatite cronica, ma anche nel ridurre l'infiammazione in caso di Nafld e nel ridurre l'incidenza del rigetto del trapianto e delle infezioni nei pazienti immunocompromessi. Altre vitamine chiave nel metabolismo epatico sono la C e la E. Agiscono come antiossidanti e il loro ruolo nella progressione della Nafld in Nash (steatopatite non alcolica) è davvero rilevante. L'aggiunta di vitamina E al pioglitazone nei pazienti diabetici con Nash istologicamente documentata è ormai considerata prima linea di trattamento ed è stata inserita nelle linee guida dell’Aasld (American association for the study of liver diseases). Deficit di vitamina K vengono segnalati da una marker, la Pivka (Proteina indotta da assenza di Vitamina K o antagonista II), utilizzato come strumento diagnostico per cirrosi o Hcc. La stessa vitamina K può esercitare un’azione antiproliferativa, contribuendo, in caso di carcinoma epatocellulare, alla riduzione di recidive e a una migliore sopravvivenza a lungo termine se combinata con agenti antitumorali. In conclusione, il ruolo delle vitamine non va sottovalutato nell'approccio alle malattie del fegato e l’integrazione dovrebbe far parte di un’efficace strategia di trattamento”.

Nicola Miglino

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