Una malattia nella malattia. Così va considerata la malnutrizione nel paziente affetto da tumore, come ribadito di recente a Roma, in occasione dell’’incontro Screening precoce e supporto nutrizionale del paziente oncologico: a che punto siamo?, promosso presso la Sala Capitolare del Senato dalla Senatrice Tilde Minasi, presidente dell’Intergruppo parlamentare Oncologia: prevenzione, ricerca e innovazione: un’occasione di confronto tra istituzioni, società scientifiche, clinici e associazioni pazienti, per fare il punto sul tema della nutrizione clinica in Italia e condividere soluzioni e azioni normative finalizzate a risolvere le criticità ancora presenti nella gestione dello stato nutrizionale del paziente oncologico.
In occasione della Giornata mondiale dell’obesità tenutasi lo scorso 4 marzo, un gruppo interdisciplinare di professionisti ha presentato una lettera aperta a rappresentanti di Governo, ministero della Salute, Parlamento, presidenti di Regione, Sindaci e autorità sanitarie nazionali e locali per richiamare l’esigenza di considerare l’obesità una priorità sociosanitaria e sollecitare a un’azione sinergica e rapida.
Un paziente su tre in ospedale o nelle Rsa risulta malnutrito o a rischio di malnutrizione. Peggio: il 20% dei decessi in ambito oncologico avviene per motivi correlati a carenze nutrizionali. Senza dimenticare i rischi di una cattiva alimentazione in caso di malattie neurodegenerative, respiratorie, gastroenterologiche, polmonari, renali, cardiache, epatiche o infettive, come nel caso di Covid-19.
L’emergenza coronavirus ha portato una significativa riduzione dell’accesso in ospedale da parte di pazienti affetti da patologie non Covid-19. Tutto questo ha avuto un impatto rilevante anche sulla nutrizione medica a supporto dei malati oncologici, con un drastico peggioramento nel loro stato di nutrizione, a causa probabilmente dei ritardi nell’assistenza clinica o delle difficoltà nel procurarsi un supporto nutrizionale adeguato a causa del lockdown.