Supplementi nutrizionali orali, un salvavita che merita l’ingresso nei Lea

03 Giugno 2021

Un paziente su tre in ospedale o nelle Rsa risulta malnutrito o a rischio di malnutrizione. Peggio: il 20% dei decessi in ambito oncologico avviene per motivi correlati a carenze nutrizionali. Senza dimenticare i rischi di una cattiva alimentazione in caso di malattie neurodegenerative, respiratorie, gastroenterologiche, polmonari, renali, cardiache, epatiche o infettive, come nel caso di Covid-19.

Sono questi i dati che hanno indotto Nutrizione Medica – Unione Italiana Food a promuovere un corso di formazione rivolto ai giornalisti, con l’obiettivo, da una parte, di fare chiarezza sugli ambiti di competenza della nutrizione clinica e, dall’altra, di mettere in evidenza le difficoltà di accesso da parte dei pazienti a soluzioni oggi utili e spesso salvavita come i Supplementi nutrizionali orali (Sno).

“La nutrizione clinica è una disciplina medica che si occupa dei rapporti tra stato di nutrizione e salute dell’uomo in presenza di situazioni patologiche acute e/o croniche” sottolinea Riccardo Caccialanza, direttore Uoc Dietetica e Nutrizione clinica, Fondazione Irccs Policlinico San Matteo di Pavia. “In tutte le età della vita, si interessa in particolare di studiare, prevenire, diagnosticare e curare la malnutrizione per eccesso, per difetto o selettiva e le alterazioni metaboliche nell’individuo a rischio nutrizionale”.

In questi ultimi anni, la malnutrizione è un problema clinico finito sotto la lente di ingrandimento di operatori sanitari e istituzioni. I dati sono preoccupanti: fino al 50% dei pazienti in ospedale in Italia è a rischio di malnutrizione; il 9% dei pazienti oncologici risulta addirittura essere malnutrito ancor prima di iniziare le terapie antitumorali, mentre il 20% non supera la malattia a causa della malnutrizione.

“Nel percorso di cura delle patologie oncologiche la nutrizione clinica ha una funzione fondamentale in tutte le fasi della malattia”, sottolinea Vito Lorusso, direttore di Oncologia medica all’Istituto dei tumori di Bari. “In fase terapeutica, aumenta l’efficacia delle terapie, mentre in fase avanzata garantisce un miglioramento della qualità di vita. Lo stato nutrizionale del paziente neoplastico deve essere valutato all’inizio dell’iter diagnostico-terapeutico e monitorato durante tutta la fase del trattamento al fine di identificare precocemente i pazienti che necessitano di un supporto nutrizionale specifico”.

L’inclusione della nutrizione clinica nei percorsi di cura è ancora molto limitata ed è spesso del tutto assente all’interno della maggior parte dei Pdta per malattie croniche, anche in quelle per le quali è stato riconosciuto un forte impatto nutrizionale.

“Ogni malato a rischio di malnutrizione ha diritto alla valutazione completa e tempestiva del proprio stato nutrizionale da parte di personale sanitario afferente ai servizi di nutrizione clinica o, comunque, con documentate e riconosciute competenze nell’area”, sottolinea Marinella Mistrangelo, dirigente medico del dipartimento interaziendale - interregionale Rete oncologica Piemonte e Valle d’Aosta. “La valutazione nutrizionale deve essere parte integrante dei percorsi diagnostico-terapeutici e assistenziali elaborati dalle strutture oncologiche”.

Una soluzione clinica efficace per contrastare la malnutrizione è rappresentata dai supplementi nutrizionali orali, categoria, come ribadito da Valeria Di Giorgi, della Direzione generale per l’igiene e la sicurezza degli alimenti e la nutrizione del ministero della Salute, appartenete a cosiddetti Alimenti a fini medici speciali, ovvero quei prodotti alimentari “espressamente elaborati o formulati e destinati alla gestione dietetica di pazienti, da utilizzare sotto controllo medico”.

I risultati principali emersi dagli studi condotti su questi prodotti dimostrano che i Sno incidono positivamente su diversi parametri: mortalità ridotta fino al 24% rispetto alle terapie tradizionali, riduzione dei tassi di complicanze rispetto alle terapie di routine, aumento del peso corporeo sia in pazienti ospedalizzati che residenti in comunità, inclusi i più anziani.

Al momento, però, le stesse associazioni di pazienti, rappresentate al corso da Aimac (Associazione italiana malati di cancro) e Anna (Associazione nazionale nutriti artificialmente), lamentano una disparità di accesso tra le varie Regioni italiane, con pesanti discriminazioni a seconda del luogo di residenza.

“Ogni malato oncologico malnutrito e con calo ponderale ha diritto alla prescrizione di un supporto nutrizionale appropriato da parte di personale medico afferente ai servizi di nutrizione clinica o con documentate e riconosciute competenze di nutrizione clinica” dice Laura Del Campo, rappresentante Aimac, riprendendo uno dei punti chiave della carta dei diritti del paziente oncologico.

L’invito finale è quello di considerare l’inserimento di questa categoria di prodotti all’interno dei Livelli essenziali di assistenza per sgravare i pazienti dal dover sostenere spese economiche molto rilevanti nel lungo periodo.

Nicola Miglino

 

Top
Questo sito utilizza i cookies, che consentono di ottimizzarne le prestazioni e di offrire una migliore esperienza all'utente. More details…