Si è tenuta lo scorso venerdì 4 ottobre, presso il Museo archeologico nazionale delle Marche di Ancona, una tavola rotonda sulla sicurezza alimentare, organizzata dalla Società Italiana di tossicologia (Sitox). Un’occasione in cui si è discusso ampiamente della valutazione scientifica dei rischi legati alla presenza nella catena alimentare e produttiva di sostanze come pesticidi, conservanti e additivi.

Il primo motivo di preoccupazione per i consumatori dell'Unione europea nella scelta degli alimenti da acquistare è il prezzo, seguito dalla sicurezza. Questi i risultati dell'Eurobarometro 2022 sulla sicurezza alimentare nell'Ue, quarta indagine di questo tipo svolta dal 2005 da Efsa. Basata su interviste a 27 mila cittadini, l’indagine fornisce un quadro in evoluzione del modo in cui gli europei scelgono gli alimenti, della loro consapevolezza, delle loro preoccupazioni in materia di sicurezza alimentare e dei soggetti in cui ripongono la loro fiducia per informazioni in merito.

Rispetto a qualche anno, fa pesa maggiormente sugli europei il costo degli alimenti, divenendo il principale fattore che influenza gli acquisti. Quasi la metà dei cittadini Ue considera importante anche la sicurezza alimentare e il 41% dà per scontato che gli alimenti che acquista siano sicuri.

Così Bernhard Url, direttore esecutivo dell’Efsa: "Dal nostro ultimo sondaggio del 2019 sono successe molte cose, non ultime una pandemia mondiale e lo scoppio di una guerra in Europa. Tali eventi hanno avuto conseguenze drammatiche e non sorprende che per molti europei l'aumento del costo della vita influisca più di prima sulle scelte alimentari. D'altra parte, la sicurezza alimentare rimane importante per molti di essi, ed è incoraggiante vedere che quasi la metà si preoccupa di mangiare in modo sano nella stessa misura in cui si preoccupa dei rischi alimentari. L'Eurobarometro 2022 mostra anche che la maggioranza dei cittadini riconosce che lo stato dell'ambiente, degli animali e delle piante ha un impatto sulla salute umana. Questo dato è un segnale positivo in questa fase di transizione verso sistemi alimentari sostenibili”.

Tra i risultati più rilevanti, si segnala come oltre un terzo degli europei abbia un livello di consapevolezza molto alto o alto sui temi della sicurezza alimentare. Su questo fronte, in testa alla lista delle preoccupazioni ci sono i residui di pesticidi negli alimenti e i residui di antibiotici, ormoni o steroidi nella carne.  Un numero minore di persone teme le malattie delle piante, l'uso delle nuove biotecnologie nella produzione alimentare e le nanotecnologie applicate ad essa. Circa sei persone su dieci indicano nella televisione una delle principali fonti di informazione sui rischi alimentari. Nell’80% dei casi c’è fiducia in medici, scienziati universitari finanziati da enti pubblici e organizzazioni di consumatori per le informazioni sulla sicurezza dei cibi. Solo una minoranza (21%) non cambierebbe il proprio comportamento in caso di allarme alimentare. Le ragioni principali addotte includono il fatto di preparare già gli alimenti nel modo raccomandato e la convinzione che tutti gli alimenti comportino qualche rischio e che sia impossibile evitarli tutti. (n.m.)

 

Qual è la differenza tra “da consumarsi entro il” e “da consumarsi preferibilmente entro il” sulle etichette degli alimenti? Ci sono regole di igiene alimentare nell’ambiente domestico che dovremmo rispettare per tenere al sicuro i cibi? Dobbiamo preoccuparci degli additivi negli alimenti?  Queste sono alcune delle domande cui Efsa (European food safety authority), in collaborazione con il ministero della Salute, si è impegnata a dare risposta con la seconda edizione di #EUChooseSafeFood, una campagna di informazione su temi alimentari rivolta a tutti i cittadini europei, lanciata lo scorso 7 giugno, in occasione della giornata mondiale della sicurezza alimentare.

Un adulto elimina i pesticidi 10-15 volte più velocemente di un bambino in età scolare e 50 volte rispetto a un neonato. Un'alimentazione priva di sostanze tossiche garantisce la salute dei più piccoli, con benefici osservabili solo nel lungo periodo. A sottolinearlo è Ruggiero Francavilla, docente di pediatria all’Università di Bari e responsabile del servizio di Gastroenterologia, Epatologia e Nutrizione pediatrica presso l’Azienda ospedaliera barese, nel corso del recente congresso della Società italiana di pediatria preventiva e sociale.

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