Si terrà a Savona, il prossimo 16 novembre, il convegno Ibs e stipsi: ieri, oggi e domani, sotto la Direzione scientifica di Pietro Dulbecco e con Raffaella Ferrando responsabile scientifica. Epidemiologia, diagnosi, trattamento farmacologico e chirurgico saranno al centro dell'incontro, così come troveranno spazio anche due temi di interesse nutrizionale. Il primo, relativo all'interazione cervello-intestino e al ruolo del microbiota nella patogenesi della Sindrome dell’Intestino Irritabile. Il secondo, sul ruolo della nutraceutica nelle terapie dell’IBS e della stipsi. L'evento si svolgerà presso la Sala Convegni dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, Piazza Simone Weil 40 – Savona
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Il cibo potrebbe svolgere un ruolo chiave nella fisiopatologia e nel trattamento della stipsi cronica e questo non solo per il suo contenuto di fibre, ma anche per la presenza di altre sostanze, come polifenoli e sorbitolo, che agiscono sinergicamente e ne potenziano l'effetto benefico. La presenza di fibre all'interno degli alimenti, e non isolate in una formulazione farmaceutica, influenza notevolmente l’effetto sull'intestino, perché alcune caratteristiche intrinseche degli alimenti, come la dimensione delle particelle e la porosità della matrice, possono modificarne la disponibilità per l'azione degli enzimi digestivi.
La stitichezza cronica è una delle diagnosi gastroenterologiche più comuni nella pratica clinica e purtroppo le raccomandazioni che riguardano stile di vita, modifiche nutrizionali e integrazioni adeguate, sono le più varie, spesso in conflitto tra loro e non sempre basate su solide argomentazioni scientifiche.
In collaborazione con Yakult Italia
L'assunzione giornaliera di latte fermentato con L. casei Shirota (LcS) aiuta a prevenire l’insorgenza di stipsi, diarrea e infezioni respiratorie nei più piccoli con marcato miglioramento anche dello stato nutrizionale. Questo il risultato di uno studio pubblicato nei mesi scorsi sull’European Journal of Clinical Nutrition, che ha coinvolto una popolazione di bambini vietnamiti tra i 3 e i 5 anni di età, appartenenti a un’area geografica particolarmente colpita da fenomeni di malnutrizione in età pediatrica con ricadute su disturbi gastrointestinali, infezioni e ritardi nella crescita.