L'invecchiamento gode di pessima fama: diamo per scontato che sia l'anticamera di qualche tremenda malattia, l'inizio del decadimento, lo associamo alla perdita di forza e di vitalità.

Nel valore della tavola c'è la responsabilità di un'umanità che guarda al futuro della Terra. Da questa premessa nasce Salviamo il mondo a tavola. Guida a un'alimentazione sana e sostenibile (P. Pellegrini; Città Nuova; 176 pp. € 16,90).

Il dipartimento di Medicina e chirurgia dell’Università Milano-Bicocca propone un Master in II livello in alimentazione e dietetica applica. Cinque i moduli didattici: biochimica della nutrizione; alimentazione in condizioni fisiologiche; interventi alimentari in condizioni dismetaboliche; comunicazione ed educazione alimentare; i sistemi di ristorazione nelle diverse collettività.

Controllare l’alimentazione, conoscere i comportamenti nutrizionali inappropriati, sapere come allestire un pasto e quali alimenti preferire piuttosto che eliminare. Sono alcuni dei grandi capitoli intorno ai quali ruota “Io sono l’Alzheimer” (Gribaudo editore, 198 pp., Euro 14,90), una vera e propria guida per tutti coloro che ogni giorno, direttamente o indirettamente, convivono con questa malattia.

Mangiare e bere possono diventare un problema, sia per il malato, sia per chi lo assiste. Ecco allora i preziosi suggerimenti su come garantire la meglio la corretta idratazione, su quali possano essere i menu consumati con maggiore agilità, anche o soprattutto con le mani e già tagliati a pezzettini per permettere al malato, per esempio, di mangiare in piedi se non resiste seduto. Come qualità di cibo, preferire i prodotti integrali, legumi, frutta e verdura mentre e ridurre il consumo di sale, latticini, zuccheri semplici.

Da non sottovalutare, infine, la Food therapy: toccare, manipolare, cogliere la differenza tra i colori degli alimenti, la loro consistenza, i loro profumi, percepire il dolce, il salato, l’agro è un’attività esperienziale che favorisce la percezione di sé e dell’ambiente circostante, l’espressività, la comunicazione verbale e non.

“Ricordiamoci”, conclude l’autrice, Simona Recanatini, giornalista esperta di salute “che i momenti alimentari devono essere funzionali a riattivare le funzioni cognitive dei malati e a risvegliare la memoria affettiva del cibo”.

 

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