“In caso di alterazioni della funzione epatica, biliare o di calcolosi delle vie biliari, l’uso del prodotto è sconsigliato. Non usare in gravidanza e allattamento. Non utilizzare per periodi prolungati senza consultare il medico. Se si stanno assumendo farmaci, è opportuno sentire il parere del medico”. Questa l’avvertenza che gli operatori del settore sono tenuti ad apporre sulle etichette degli integratori alimentari contenenti estratti e preparati di Curcuma longa e spp entro e non oltre il 31 dicembre 2022.
Si ricorderà come, più o meno quattro anni fa, in Italia scattò l’allarme sicurezza per alcune segnalazioni di tossicità epatica legate al consumo di prodotti contenenti in particolare curcumina e piperina. Proprio questa combinazione, nata per aumentare la biodisponibilità del derivato della curcuma, è divenuta di nuovo oggetto di riflessione da parte dell’Istituto federale tedesco per la valutazione del rischio (BfR) che si è pronunciato sulle potenziali cause di eventuali eventi avversi legati a sovradosaggio di curcumina.
Il ministero della Salute ha inviato nei giorni scorsi a tutta la filiera del settore integratori un’informativa con la richiesta “di valutare la sospensione in via cautelativa della commercializzazione, inclusa l’eventuale vendita online, degli integratori contenenti Garcinia Cambogia e/o di adottare le opportune misure per affrontare gli eventuali problemi di sicurezza correlati al prodotto”.
Erano i primi mesi del 2019 quando le cronache hanno cominciato a riportare una serie di casi di epatotossicità legati al consumo di prodotti a base di curcumina. A fare il bilancio di quanto accaduto, dell’attività di fitovigilanza e dei risultati delle analisi chimiche dei prodotti sospetti, un articolo pubblicato recentemente sugli Annali dell’Istituto superiore di sanità (Iss). A riferircene, Francesca Menniti e Ilaria Ippoliti, dell’Unità di Farmacoepidemiologia e Farmacovigilanza presso il Centro nazionale per la ricerca e la valutazione dei farmaci dell’Iss.