Dilaga l'uso di integratori di proteine tra i giovani americani: due genitori su cinque (41%), specie quelli dei maschi adolescenti (46%), affermano che nell'ultimo anno il loro figlio ha consumato integratori proteici, tra cui barrette proteiche (31% dei ragazzi contro il 27% delle ragazze; 29% in totale), frullati (28% dei ragazzi contro il 19% delle ragazze; 23% in totale), proteine in polvere (20% dei ragazzi contro il 10% delle ragazze; 15% in totale), o ha seguito una dieta ad alto contenuto proteico (7% dei ragazzi contro il 2% delle ragazze; 4% in totale).
Un recente studio pubblicato su Performance enhancement & health ha scattato una fotografia del consumo di integratori per rafforzare la massa muscolare tra i giovani canadesi. Un’istantanea indicativa, anche per la nostra realtà, di quanto il fenomeno sa diffuso e di quali siano le caratteristiche rispetto alle fonti di informazione, ai rischi correlati e alla loro consapevolezza da parte dei ragazzi.
In Italia il settore degli integratori alimentari è altamente regolamentato e innovativo. Punti distintivi? Standard qualitativi elevati, ricerca avanzata e impegno nella formazione medico-scientifica. Così Arrigo Cicero, presidente della Società italiana di nutraceutica (Sinut) intervistato a margine della presentazione a Milano di “Integrazione alimentare: stato dell’arte e nuove evidenze scientifiche”, review promossa da Integratori & Salute, pubblicata da Passoni Editore e realizzata con il contributo di un pool di esperti italiani sui temi della nutrizione e della salute.
“Oggi l’Italia è uno dei Paesi al mondo più all’avanguardia nella ricerca sugli integratori alimentari. Con una leadership riconosciuta a livello internazionale in termini di innovazione di prodotto e know how”. Così Germano Scarpa, presidente di Integratori&Salute, nel corso della recente presentazione milanese della review “Integrazione alimentare: stato dell’arte e nuove evidenze scientifiche”.