“Abbiamo tanti prodotti in evoluzione, nuove pipeline, grandi investimenti in ricerca e sviluppo, sia sul fronte qualitativo che formulativo, per venire incontro alle esigenze del mercato e dei consumatori”, sottolinea Cicero. “Lo standard qualitativo dei prodotti è estremamente elevato, sia perché si registra un grande rispetto delle normative europee e, di conseguenza, di quelle nazionali, sia perché la maggior parte delle aziende si appoggia a fornitori che seguono rigorosamente le regole delle Good Manufacturing Practices, con uno standard di produzione, quindi, di tipo farmaceutico. Oltretutto, molte di loro fanno attività di formazione medico-scientifica verso i professionisti della salute, puntando a proporre un messaggio di alta qualità produttiva e di sicurezza e, quindi, di valore aggiunto del prodotto che viene proposto.
La solida base di evidenze cliniche deve, però, misurarsi con alcune criticità nella comunicazione degli effetti per la salute.
“Uno dei temi di maggiore peculiarità in nutraceutica è la frequente discrepanza fra l’evidenza clinica di efficacia e l’impossibilità di comunicare tale efficacia, in particolare alla popolazione generale, per assenza di claim salutistici validati”, prosegue Cicero. “Sono diversi gli esempi di effetti dimostrati clinicamente su risultati forti, dove spesso la farmacologia non ha dato ancora risposte convincenti o prive di rischi. Per ora, tuttavia, questi dati possono essere divulgati solo fra esperti e per rinforzare il concetto del fatto che una supplementazione dietetica razionale e basata su criteri di scientificità può avere effetti importanti in termini di miglioramento dello stato di salute”.
Nicola Miglino